Grecia: da Lesbo ad Atene, rifugiati senza dimora

Grecia: da Lesbo ad Atene, rifugiati senza dimora
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Di Apostolos Staikos
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Il dramma dei rifugiati nella Capitale greca: "Non sanno dove andare e come guadagnarsi da vivere"

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Piazza Vittoria ad Atene sembra un porto d'approdo per le decine di rifugiati che hanno lasciato Lesbo per essere dirottati sulla terra ferma. Ma nella Capitale non hanno un posto dove andare.
Freshta Hussaini è una di loro. La ventenne afgana cerca di aiutare i più deboli. Con i soldi dati dagli attivisti, compra il latte per i bambini, anche appena nati, che non avrebbero di che nutrirsi.
Freshta sente che questi rifugiati sono in un vicolo cieco: "Il governo li ha appena costretti a lasciare l'isola - dice - ma senza indicare loro dove andare. Li hanno abbandonati come fossero animali. Nessuno ha detto loro dove vivere. La maggior parte dei rifugiati non può parlare greco, non ha un lavoro e non può guadagnare denaro. Come possiamo affrontare questa situazione?".

Secondo la legge greca, i rifugiati riconosciuti hanno 30 giorni di tempo per lasciare i campi e gli appartamenti in cui sono stati accolti. Dopo un mese devono sostenersi da soli. È un periodo troppo breve, denunciano le ong.
Nonostante le difficoltà, Freshta non dimentica il suo obiettivo.
"Ho una sorella maggiore e un fratello, vivono in Svezia - racconta la ragazza - quando abbiamo iniziato il nostro viaggio, volevamo raggiungere la Svezia. Ma non sapevo nulla del campo, di Moria, della Grecia. Non sapevo che saremmo dovuti restare qui".

Fonti del ministero delle Migrazioni hanno detto a Euronews che i rifugiati hanno lasciato Lesbo senza avere alcun piano o destinazione e che alcuni di loro hanno opposto un rifiuto all'offerta di essere trasferiti in altri campi.
Una situazione delicata che non trova per ora soluzione.
Apostolos Staikos per Euronews ha raccolto gli umori della piazza: "La storia sembra ripetersi. Dopo la drammatica estate del 2015, molti credevano che le immagini dei rifugiati senza tetto nella Capitale fossero un ricordo del passato. Ma, cinque anni dopo, le autorità greche devono rispondere a una domanda: cosa succederà a queste persone?".

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