Organizzata da Spagna e UE, la conferenza dei donatori per il popolo venezuelano ha raccolto circa 2.5 miliardi di euro tra donazioni e linee di credito
595 milioni di euro, questa è la cifra raccolta durante la prima conferenza dei donatori per sostenere i venezuelani che hanno lasciato la loro terra e hanno trovato rifugio nei paesi vicini.
Circa sessanta paesi hanno dato il loro contributo. I soldi andranno alle comunità venezuelane che si trovano in paesi come Colombia, Perù, Ecuador e Brasile, dove la pandemia ha complicato una situazione già difficile.
Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati sottolinea che "nei paesi in quarantena le persone che dipendono dai salari giornalieri o dall'economia sommersa hanno visto perdere il loro lavoro e l'80% dei venezuelani ne è colpito. E molto spesso anche le comunità che li ospitano sono povere e provate dalla pandemia".
Più di cinque milioni di venezuelani hanno lasciato il loro paese dal 2015 e la stragrande maggioranza di loro è rimasta nella regione. I servizi sociali dei paesi ospitanti sono al limite. Nella sola Colombia ci sono 1.750.000 venezuelani.
Felipe Garcia Echeverri, a Ambasciatore della Colombia presso l'Unione Europea afferma che il settore sanitario è tra quelli maggiormente sotto pressione e dopo l’afflusso dei venezuelani il Paese ha raggiunto un deficit di 257 milioni di dollari, senza contare le spese per l'istruzione.
Salute, istruzione e cibo. Questi sono i settori più colpiti. Con la crisi sanitaria in corso i serivizi di base sono messi a dura prova in paesi con economie fragili.