Coronavirus, dall'Ue aiuti ai Balcani per 3,3 miliardi di euro

Coronavirus, dall'Ue aiuti ai Balcani per 3,3 miliardi di euro
Diritti d'autore EU/Etienne ANsotte/ EU
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Di Susan Dabbous
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L'Ue stanzia ingenti aiuti ai Balcani ma arriva ad emergenza finita. Russia, Cina e Turchia hanno distribuito pacchi sanitari e alimentari alla popolazione allo stremo. I soldi serviranno alla ripresa economica

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L'Unione europea arriva in ritardo nella gara di solidarietà per aiutare i Balcani occidentali ad affrontare la crisi scatenata dal coronavirus. Russia, Cina e Turchia infatti sono arrivate per prime, e ora per recuperare Bruxelles ha deciso di stanziare 3,3 miliardi di euro in occasione del Summit di Zagabria che si è tenuto in videoconferenza il sei maggio scorso. Per l'Unione europea recuperare il terreno perso è più che mai vitale considerando che la solidarietà da parte delle altre potenze è finalizzata ad avere controllo ed influenza sui Balcani, da sempre considerati la porta d'entrata per l'Europa, per Asia e Medio Oriente.

Il pacchetto di aiuti include un sostegno immediato per il settore sanitario per la fornitura di beni essenziali per l'emergenza. A questo si aggiungono altre risorse per 750 milioni di euro di assistenza macrofinanziaria e un piano di aiuti da 1,7 miliardi di euro da parte della Banca europea per gli investimenti (BEI).

"Non abbiamo alcun dubbio sull' apprezzamento dell'operato dell'Unione europea da parte delle capitali balcaniche – ha detto il primo ministro croato Andrej Plenković - . Questi paesi fanno parte geograficamente dell'Europa e guardano all'Unione come naturale alleato".

Russia Cina e Turchia cercano di espandere la loro influenza

Ma agli esordi dell'epidemia Russia, Cina e Turchia hanno inviato aiuti prima Bruxelles riscontrando grande apprezzamento da parte dei politici locali. Ad aggiungere frustrazione da parte de paesi balcanici, si aggiunta anche la paralisi sui colloqui di adesione all'Unione europea, ma la commissione europea promette che che le cose stanno avanzando in modo positivo.

"Entro la fine di quest'anno vorrei concludere molti dei negoziati aperti e in stato avanzato - Oliver Varhelyi, commissario europeo per l'allargamento - come quello della Serbia dove le elezioni imminenti potranno offrire una grande opportunità non solo politica ma anche diplomatica per capire come evolveranno le relazioni tra Pristina e Belgrado. C'è poi la questione della domanda sospesa del Montenegro, anche in questo caso bisogna bisogna decidere se ammettere la domanda di adesione o meno ".

Le domande di adesione all'Unione europea di Albania e Macedonia del Nord hanno ottenuto il via libera e le procedure potrebbe iniziare già quest'anno.

Lo scorso 26 marzo, ha dichiarato il Presidente del Consigli europeo Charles Michel, i leader europei hanno trovato una accordo che ha superato lo stallo precedente creata dalla divergenza nelle posizioni dei Ventisette riscontrate fino a qualche mese fa, quando la Francia aveva di fatto posto un voto ai colloqui di adesione di Tirana e Skopje.

Ma la strada per entrare a pieno titolo nel club europeo resta ancora molto lunga.

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