Cosa dice l'Organizzazione mondiale della sanità sul rapporto tra fumo e coronavirus

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Diritti d'autore Paul Sancya/AP
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Di Matthew Holroyd
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I fumatori hanno meno probabilità di contrarre il virus oppure no? No. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), coloro che fumano sono con molta probabilità più vulnerabili alle infezioni. Anche per una questione molto pratica. Ovvero il portarsi costantemente la mano alla bocca.

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Il tabacco si pensa uccida circa otto milioni di persone ogni anno. Settimana scorsa, ha destato qualche perplessità uno studio in cui si ipotizza che i fumatori possano avere meno probabilità di contrarre il Covid-19.

Condotta dall'ospedale Pitié-Salpêtrière di Parigi, la ricerca arriva alla conclusione che "lo stato attuale dell'essere fumatore sembra essere un fattore protettivo contro l'infezione da SARS-CoV-2" e che "la nicotina può essere suggerita come potenziale agente preventivo contro l'infezione da COVID-19". Ma lo studio mette anche in guardia sul fatto che "la nicotina sia la droga responsabile dell'abuso e della dipendenza dal fumo".

"Il fumo ha gravi conseguenze patologiche e rimane un grave pericolo per la salute".

Ma cosa dicono gli esperti mondiali in fatto di salute?

I fumatori hanno meno probabilità di contrarre il virus oppure no? No. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), coloro che fumano sono con molta probabilità più vulnerabili alle infezioni. Anche per una questione molto pratica. 

"Fumare significa avere le dita (ma anche sigarette potenzialmente contaminate) a contatto con le labbra, il che aumenta la possibilità di trasmissione del virus dalla mano alla bocca", rende noto l'OMS. "I prodotti del settore, come le sigarette elettroniche, spesso comportano la condivisione di bocchini e tubi flessibili che potrebbero facilitare la trasmissione del COVID-19 in ambienti comuni e sociali".

"I fumatori possono inoltre aver sviluppato una malattia polmonare e avere ridotta capacità polmonare, il che aumenta notevolmente il rischio di malattie gravi".

"Condizioni che aumentano il fabbisogno di ossigeno o riducono la capacità dell'organismo di utilizzarlo correttamente portano i pazienti ad un maggiore rischio di gravi patologie polmonari come la polmonite".

Gli studi dimostrano anche che i fumatori sono stati più a rischio decesso rispetto ai non fumatori durante l'epidemia di MERS nel 2012.

In un'ulteriore dichiarazione a Euronews, l'OMS ha reso noto che sta rivedendo proprio in questo momento le ricerche e gli studi sul fumo e la nicotina. "Le prove attuali suggeriscono che la gravità del Covid-19 è maggiore tra i fumatori".

"Le uniche persone che dovrebbero usare i cerotti alla nicotina, in questo momento, sono coloro che hanno bisogno per smettere di fumare".

Un rapporto di marzo del Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC) ha identificato i fumatori come "gruppo vulnerabile" all'infezione da Covid-19.

L'ECDC ritiene che una maggiore espressione del gene ACE2 (enzima di conversione dell'angiotensina II) nei tessuti polmonari, aumentato dall'uso del tabacco, possa essere collegato ad una "maggiore suscettibilità" del coronavirus.

Se i dati disponibili possono essere limitati, gli studi scientifici citati dall'OMS e dall'ECDC indicano che il **fumo potrebbe aggravare le complicazioni in caso di infezione da Covid-19. **

Il parere dell'Organizzazione Mondiale della Sanità è stato ripreso anche dalle autorità nazionali in tutta Europa. Un Trust locale della Fondazione per il sistema sanitario nazionale del Regno Unito ha scritto che esiste "un rischio maggiore per le persone che fumano". "Se si ha intenzione di smettere di fumare, questo è un ottimo momento per farlo", le parole del Chief Medical Officer, il prof. Chris Whitty.

Le linee guida del NHS indicano come il fumo aumenti il rischio di "più di 50 gravi patologie".

Il Ministero della Salute francese ha scritto che i fumatori non sono più a rischio di contagio, ma sono "più a rischio di sviluppare forme gravi". La Francia ha fortemente limitato la vendita di prodotti a base di nicotina dopo lo studio di Parigi.

Le farmacie si limitano ora a vendere non più di un mese di forniture di qualsiasi prodotto a base di nicotina per ridurre la dipendenza dalle sigarette. La vendita online di prodotti legati al tabacco è stata completamente vietata.

Il Ministero della Salute ha detto che le misure sono state adottate per "prevenire il rischio per la salute legato al consumo eccessivo o all'uso improprio" dei prodotti a base di nicotina da parte di persone che sperano così di proteggersi dal Covid-19. 

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L'ospedale Pitié-Salpêtrière di Parigi ha in programma di sperimentare l'uso di cerotti alla nicotina e di altri prodotti sui pazienti ricoverati con Covid-19. I ricercatori non incoraggiano tuttavia i cittadini a cominciare a fumare, a causa di altri rischi potenzialmente fatali per la salute.

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