Covid-19: l'exit strategy dell'Ue uno schiaffo ai Paesi più colpiti?

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Diritti d'autore Olivier Matthys/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
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Di Cecilia Cacciotto
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Presentate le linee guida della strategia europea per fare fronte all'emergenza Covid-19, al momento sembra che si punti tutto sul bilancio pluriennale europeo

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Il dado sembra tratto ma il Rubicone, dal lato opposto stavolta, non superato. Anzi non si intravvede neppure.

Roma, così come Parigi e Madrid, restano lontane da Bruxelles e dagli Stati membri nordici che in queste ore oppongono un ostinato braccio di ferro a affrontare la crisi sanitaria e economica dovuta a Covid-19 con l'emissione di coronabond, con cui si punta a ottenere la mutualizzazione del debito.

L'Europa dei 27 stati membri, stando almeno alle parole della presidente della Commissione Ursula Von der Leye e del presidente del Consiglio europeo Charles Michel nel presentare le linee guida per allentare le restrizioni introdotte dall'epidemia di Covid-19 rimettono tutti sul bilancio pluriennale dell'Unione senza far cenno a eurobond o coronabond, che li si voglia chiamare.

Ursula von der Leyen, presentando mercoledì il documento preparato da Commissione e Consiglio europeo per la ripartenza dopo la paralisi da coronavirus ha dichiarato: "Non è un segnale per togliere oggi le misure di contenimento, ma per fornire una cornice alle decisioni degli Stati membri. In generale raccomandiamo un approccio graduale. Ogni azione deve essere continuamente monitorata".

Avremo bisogno di ingenti investimenti pubblici e privati, per ricostruire l'economia e creare nuovi posti di lavoro. La chiave di questo è un nuovo, potente bilancio pluriennale dell'Ue
Ursula Von der Leyen, presidente Commissione europea

"L'Europa ha bisogno di un nuovo piano Marshall. Avremo bisogno di ingenti investimenti pubblici e privati, per ricostruire l'economia e creare nuovi posti di lavoro. La chiave di questo è un nuovo, potente bilancio pluriennale dell'Ue".

"Il prossimo bilancio Ue - afferma - dovrà distinguersi dagli altri, perché dovrà dare la risposta europea alla crisi del coronavirus".

E il presidente del Consiglio europeo Charles Michel: "Il mercato unico è un bene comune Ue, è il cuore pulsante dello sviluppo europeo e della capacità di coesione sociale. E' stato danneggiato e colpito dalle decisioni prese" dai Paesi membri per ragioni sanitarie. Adesso la strategia europea per la ripresa deve avere come priorità la sua "riparazione e lo sviluppo di un'imponente strategia d'investimento".

Così ha aggiunto Michel che ha ribadito le linee guida per la exit strategy europea dalla pandemia.

Il 23 aprile prossimo, si terrà il Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo cui sarà sottoposta questa road map. Consiglio che passerà alla storia, sulle sue decisioni pende il destino futuro dell'Europa a 27.

Conferenza di donatori

E intanto si ripone nelle tasche di non ben identificati donatori la capacità finanziaria per reagire alla crisi economico sanitaria causata dalla pandemia. E' così che Ursula Von der Leyen annuncia che la commissione organizzerà per il 4 maggio una conferenza online dei donatori per finanziare la lotta globale al coronavirus, "proponendo delle soluzioni innovative ed eque". 

"Abbiamo cominciato i preparativi in collaborazione con rinomate organizzazioni. Ovviamente ciò avverrà in stretto coordinamento con l'OMS e spero che i paesi e le organizzazioni di tutto il mondo rispondano a questa chiamata".

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