Covid-19: in Francia riapre veramente la scuola l'11 maggio?

Covid-19: in Francia riapre veramente la scuola l'11 maggio?
Diritti d'autore Thibault Camus/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
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Di Cecilia Cacciotto
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L'11 maggio è un obiettivo non una certezza, dicono i ministri del governo francese e la riapertura sarà progressiva. L'annuncio ha suscitato polemiche e aspettative

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Gli alunni della scuola primaria in Francia adesso hanno una data per il rientro in classe:  è l'11 maggio,  come ha annunciato il presidente Macron.

Una certezza, una boutade, una provocazione? In molti si chiedono che senso abbia riprendere la scuola a fine anno. E' vero che le lezioni Oltralpe terminano alla fine di giugno, è vero anche che il governo francese è da sempre molto attento a conciliare i tempi della società con quelli della scuola e della famiglia. 

Al netto delle necessità pedagogiche però e delle esigenze di bambini che sono nel pieno dello sviluppo della dimensione sociale, che li vorrebbe ovviamente in classe, anche per la scuola si dovrà calcolare come passare dal maximal lockdown all'optimal lockdown.

E i sindacati sono già sul piede di guerra, perché anche se manca poco meno di un mese all'11 maggio, il virus avrà solo rallentato la corsa, sarà sempre presente e i bambini restano sempre degli eccezionali veicoli di contagio.

Mathilde Eisenberg, del sindacato Snuipp-FSU è oggi categorica:  "In queste condizioni non si tornerà a scuola. La commissione del ministero dell'Educazione per la sicurezza e l'igiene ha raccomandato i tamponi prima di rientrare in classe. Il minimo che si possa pretendere. Dopo di che noi valuteremo come si dovrà rientrare in classe".

Basta guardare a Paesi come Islanda, Danimarca e Svezia per fare questo passo?

Eric Thibaud, medico in prima linea all'ospedale Pasteur di Colmar, non si sbilancia e dichiara:

"Non c'è una risposta giusta o sbagliata, penso che sia il caso di vedere cosa fanno i nostri vicini. In Danimarca si torna a scuola oggi, in Svezia non c'è il confinamento, anche l'Austria sta riaprendo. Abbiamo avuto un mese per osservare quali siano i modelli che funzionano".

L'auspico di tutti è che la scadenza venga mantenuta, se così fosse sarebbe un segnale positivo. Sarà comunque il decorso dell'epidemia a portare il governo di Parigi a confermare o correggere il tiro.

E in Italia?

In Italia la linea del fronte resta la cautela. Anche se alcuni politici continuano a sostenere la riapertura e non solo quella scolastica, gli epidemiologi non cambiano rotta per il momento.

 Lo stesso Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, si dice favorevole “nel fare una riflessione per posporre la riapertura delle scuole al prossimo anno”, posizione confermata da Giovanni Rezza, dell’Istituto superiore di sanità:

"Scuole, come per la ripresa per le partite di calcio: sono contesti dove la distanza resta ravvicinata e il rischio di contagio sarebbe alto. Il virus – ha detto – non stopperà purtroppo la sua circolazione. A Wuhan ci sono riusciti prendendo misure incredibili, ma ora c'è già il contagio di ritorno. Da noi c’è una tendenza alla diminuzione. Però il virus continuerà a circolare e dovremmo mettere toppe in continuazione”.

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