Non solo medici e infermieri ma anche tutti coloro che assicurano le forniture essenziali sono chiamati a un compito non più così semplice e spesso non sono ben protetti dai rischi
Il fronte antipandemia si regge su coloro che assicurano alle società di continuare ad andare avanti in una modalità che ha azzerato tutte le attività commerciali non essenziali. I lavoratori rimasti in prima linea per garantire servizi essenzali, scontano condizioni di lavoro difficili. Da qui le minacce di scioperi come quelli di alcuni dipendenti della catena francese della grande distribuzione Carrefour. Quelli del magazzino di Vitrolles lunedì hanno incrociato le braccia.
La solitudine dei camionisti
I camionisti sono quelli che riforniscono supermercati, ospedali, farmacie. Il loro lavoro è assolutamente essenziale per garantire la sopravvivenza delle persone. Ora più che mai sono molto apprezzati ma nonostante il traffico rarefatto non hanno più punti di appoggio come bar e autogrill lungo il cammino. Le loro condizioni di vita si sono notevolmente degradate. Un destino che riuarda anche i lavoratori delle consegne a domicilio. Negli Stati Uniti, i dipendenti del magazzino Amazon e gli acquirenti hanno aderito alle proteste visto che i lavoratori non hanno alcuno strumento di tutela quando si recano a consegnare i pacchi.
Gli infermieri nei paesi meno ricchi
In Romania medici e infermieri chiedono di potersi sottoporre al test del coronavirus. Si lamentano anche del fatto che devono improvvisare inadeguati dispositivi di protezione. Si ricorre alle semplici buste di plastica la cui protezione più che risibile è inutile. Solo adeguate barriere antvirali possono tutelare chi opera in mezzo al fulcro dell'infezione.