Coronavirus: in Spagna più di 85mila contagi, superata la Cina

Coronavirus: in Spagna più di 85mila contagi, superata la Cina
Diritti d'autore Vincent Thian/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
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Giro di vite alle misure contro la diffusione del contagio in Spagna e Portogallo. Conte ammonisce l'Ue

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Con oltre 85.000 contagi accertati, la Spagna ha superato la Cina per numero di infezioni da coronavirus. Nelle ultime 24 ore sono morte 812 persone, portando a 7340 il bilancio totale. "Dal 25 marzo abbiamo assistito ad un trend sostenuto di stabilizzazione della curva epidemica", ha detto María José Sierra, ministro della Sanità spagnolo. A preoccupare, come in Italia, è la situazione nelle terapie intensive.

"Per le persone positive al virus il tempo di attesa per essere ammesse è di 2-3 settimane - ha detto Sierra - anche se naturalmente la maggior parte dei positivi non ha bisogno di essere ricoverato. Ci preoccupa anche il periodo di peramenza: di solito le persone ricoverate in terapia intensiva ci restano a lungo".

Al momento sono più di 5200 i pazienti in terapia intensiva. Per dare respiro a reparti ormai al collasso, in particolare nelle comunità di Madrid e Catalogna, le autorità stanno valutando la possibilità di trasferire altrove i pazienti.

Per frenare il contagio il governo di Madrid ha disposto il blocco delle attività "non indispensabili" fino al 9 aprile prossimo, offrendo tuttavia ai lavoratori un ammortizzatore sociale.

Yolanda Diaz, ministro del Lavoro, ha sottolineato che "il permesso retribuito ha un solo scopo, che è quello del governo spagnolo e dell'intera cittadinanza, quello di abbassare la curva di contagio della pandemia".

Si stima che il blocco totale delle attività causerà un danno di circa 49 miliardi di euro in un mese.

Spagna, Francia e Italia fanno blocco

La crisi pandemica si intreccia con lo scontro sulle regole europee sul debito: un confronto che unisce Spagna, Francia e Italia e le oppone a Germania e Paesi Bassi. Il premier italiano Conte ammonisce l'Europa a non superare il punto di non-ritorno:

"Non passerò alla storia come qualcuno che non si è preso le proprie responsabilità su quello che andava fatto nei confronti dei cittadini europei. Mi batterò fino all'ultima goccia di sudore per ottenere dall'Europa una risposta forte, vigorosa e coesa".

In attesa di una risposta comune, è la solidarietà bilaterale che occupa il campo. Da Bergamo sono partiti con un volo dell'aeronautica tedesca diretto a Colonia sei pazienti per cui non c'erano posti letto attrezzati disponibili. Trasferiti in Svizzera anche alcuni positivi al virus prevenienti dalla regione francese dell'Alsazia, dove gli ospedali sono al collasso.

Dopo le ambiguità iniziali anche il governo britannico pare accettare la realtà, ipotizza "tempi significativi" prima di uscire dal blocco di ogni attività, e paventa scenari difficili. "Bisogna che ciascuno riconosca, come ha fatto il premier con la sua lettera, che la situazione rischia di andare di male in peggio", dice Michael Gove, membro dell'esecutivo conservatore.

Una comunicazione che tuttavia non funziona con molti londinesi, che non hanno rinunciato alle passeggiate nel parco questo week end.

Drastiche misure e controlli frequenti infine in Portogallo, dove le tradizionali vacanze di Pasqua sono quest'anno di fatto proibite. Un'anteprima di quello che potrebbe accadere quest'estate.

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