"Chiusa per Coronavirus". Cronache da Codogno: città barricata e fantasma, in preda a paura e incertezze. Dove le mascherine vanno a ruba e le farmacie servono i clienti solo in casi d'emergenza (ma sempre a "battenti chiusi")
Codogno "città chiusa". Panico da contagio e quarantena deliberata in città svuotano le strade e moltiplicano le incertezze. Sempre di più le mascherine in giro, sempre meno, invece, quelle a disposizione. La psicosi da Coronavirus sembra aver contagiato anche le farmacie. Una si presenta al pubblico con il cartello "Mascherine esaurite". Appena accanto poi un'ulteriore indicazione: "Siamo aperti solo per urgenze, ma a battenti chiusi".
Quarantena e isolamento del paese dividono però gli abitanti. "E' una decisione giusta - commenta un residente -. Se le strade non venissero chiuse saremmo tentati di andarcene in giro e, magari anche inconsapevolmente, diffondere il virus anche in altri paesi delle vicinanze". "Siamo scombussolati - dice quasi a fatica una donna, dietro alla sua mascherina -. Questa non è più una vita normale".
Indice delle incertezze anche sono umori e lunghe file davanti ad alcuni supermercati. Molti dei clienti indossano le mascherine. "Più che una psicosi - dice uno di loro - direi che ci sentiamo impotenti". Gli accessi al supermercato sono regolamentati da un dipendente all'entrata. A riempire i carrelli non è però sempre la febbre da scorte. "Sto facendo la spesa per mia madre - spiega una donna, anche lei protetta da una mascherina -. Preferisco che lei resti a casa e venire io al suo posto". Nel parcheggio sono però numerosi i clienti che caricano in auto carrelli stracolmi di ogni genere alimentare. Segno che in molti preferiscono comunque tenersi pronti a ogni evenienza