Che accadrà al programma di scambi tra università dopo l'uscita di Londra dall'Ue?
Per 32 anni ha permesso a milioni di studenti di compiere esperienze nelle Università di in tutta Europa. Ma ora davanti alla Brexit il celebre progetto Erasmus dell'Unione europea potrebbe dover fare a meno degli atenei del Regno Unito. Un rischio che già mette in allarme molti come Blanche Holb, studentessa francese di lingue: "A Università come Oxford, non si accede facilmente. Non potrei permettermi di pagare migliaia di sterline, non è possibile. Con Erasmus, pago solo le tasse francesi e sono fortunata ad avere accesso al sistema Oxford".
A gennaio il parlamento britannico non aveva voluto obbligare il governo a restare in Erasmus anche dopo la Brexit, così che la partita per il futuro resta aperta."Cerchiamo di essere ottimisti, ma non siamo tranquilli. Agli studenti diciamo di restare ottimisti, che per ora è nell'interesse di tutti mantenere questi collegamenti. Ma in realtà, le persone sono molto preoccupate", spiega una docente.
Con più di 9 milioni di partecipanti dal 1987, Erasmus offre agli studenti reali strumenti di formazione, come dimostrano le statistiche. Vivienne Stern, direttore dell'organizzazione Universities UK International: "Se guardiamo ai dati sugli studenti che sono stati a studiare all'estero, vediamo che generalmente ottengono risultati miglori a livello accademico, e anche a livello occupazionale. Chi ha fatto epserienze di studio all'estero tende a guadagnare di più, rischia meno di restare disoccupato e ha più probabilità di trovare un lavoro di alto livello".
Londra resta in Erasmus fino a tutto il 2020, ma almeno formalmente niente le impedisce di prorogarne la partecipazione anche in futuro. Tuttavia, secondo molti il Regno Unito punterebbe ad accordi alternativi in campo scientifico e culturale.