Australia, dal "Black Friday" del gennaio 1939 agli incendi di oggi - FOTO e VIDEO

Australia, dal "Black Friday" del gennaio 1939 agli incendi di oggi - FOTO e VIDEO
Diritti d'autore Cortesia del dipartimento per l'ambiente del Victoria / AP
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Di Marios IoannouAustralian Institute for Disaster Resilience
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Rivedere queste immagini di oltre 80 anni fa provoca un certo effetto: da mesi, l'Australia è tornata a bruciare senza sosta avvolta in una cappa di fumo, con almeno 27 morti e il primo ministro Scott Morrison subissato di critiche e proteste.

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Sono passati 81 anni e l'Australia sta ancora lottando contro incendi devastanti. Era il 13 gennaio 1939 e passò alla storia come il "venerdì nero" (black Friday): nello stato di Victoria, quello di Melbourne, le temperature raggiunsero 44.7°C e le fiamme uccisero 36 persone in appena 24 ore. Andarono distrutti circa 1.300 edifici e diverse piccole località vennero cancellate dalla mappa. L'incendio arrivò a lambire la città di Melbourne.

Rivedere queste immagini di oltre 80 anni fa provoca un certo effetto: da mesi, l'Australia è tornata a bruciare senza sosta avvolta in una cappa di fumo, con almeno 27 morti e il primo ministro Scott Morrison subissato di critiche e proteste.

Questa volta, dal mese di settembre, sono andate perse 2mila abitazioni e 80mila chilometri quadrati di vegetazione: un'area pari all'intera Irlanda.

Cortesia del dipartimento per l'ambiente del Victoria

I ricercatori dell'Università di Sydney stimano che siano più di un miliardo gli animali uccisi o feriti nel solo stato del New South Wales. Il fumo degli incendi ha raggiunto l'Argentina e il Brasile, viaggiando per oltre 12mila km dall'altra parte del Pacifico.

Il governo conservatore del primo ministro Scott Morrison è stato criticato per non aver intrapreso sufficienti azioni per contrastare il cambiamento climatico - fattore che, secondo gli esperti, ha aggravato la portata del dramma. Migliaia di manifestanti si sono radunati venerdì scorso a Sydney e Melbourne per chiedere le dimissioni di Morrison che, per canto suo, ha annunciato un quadro nazionale di riduzione del rischio dovuto a catastrofi naturali, all'interno del Dipartimento degli Affari Interni: si occuperà di incendi, cicloni, inondazioni e siccità.

Il cambiamento climatico sta portando ad estati più lunghe, più calde e più secche. Nonostante alcuni politici australiani abbiano dato la colpa all'azione umana, le autorità australiane hanno confermato che solamente una piccola parte dei roghi sia stata appiccata deliberatamente e sia quindi di origine dolosa.

Morrison ha annunciato lo stanziamento di 76 milioni di dollari australiani (52 milioni di dollari) per consulenza psicologica ai vigili del fuoco e alle comunità colpite dagli incendi, parte di un fondo di recupero di 2 miliardi di dollari australiani (1,4 miliardi di dollari).

"Siamo molto attenti alle cicatrici a lungo periodo di tutti coloro che sono stati esposti al trauma di questi incendi", ha affermato il primo ministro.

Le aree bruciate nel 1939 furono riforestate con larghe estensioni di eucalipti, oggi finiti di nuovo in cenere. Il paese ha vissuto altri devastanti incendi nel 1983 e nel 2009.

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