Iraq: sanzioni Usa contro la repressione

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Di Diego Giuliani
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Ancora violenze e proteste in Iraq. Una quindicina di morti e decine di feriti soltanto ieri a Bagdhad. Washington annuncia sanzioni: "La regia è iraniana". Piazze di nuovo gremite nella capitale e in altre città del sud

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Sangue sullo sgombero di un parcheggio occupato dai manifestanti

Spari e tensioni per tutta la notte, a Baghdad, dopo la più sanguinosa fiammate di violenza delle ultime settimane. Almeno 24 morti nell'attacco a un parcheggio occupato dai protestanti, più una settantina di feriti nei dintorni di piazza Tahrir. Violenze che coincidono con la decisione statunitense di rispondere con nuove sanzioni. "Gli iracheni vogliono che i loro politici rispondano delle loro azioni - dice il vice-segretario per le questioni mediorientali David Schenker -. Tre delle persone oggetto di queste nuove sanzioni erano guidate dall'Iran in serie violazioni dei diritti umani".

Foto Reuters/Khalid al-Mousily

Washington annuncia nuove sanzioni: "Violazioni dei diritti umani con la regia iraniana"

Esasperazione che rimbalza sui social media, con l'appello a tornare a riempire piazza Tahrir: cuore nevralgico di una protesta, insoddisfatta dal recente annuncio delle dimissioni, del primo ministro Adel Abdul Mahdi. "Ribadiamo ormai da tempo le nostre rivendicazioni - ricordava venerdì un manifestante -: sciogliere il parlamento, convocare nuove elezioni, e formare un governo di transizione. Ci ignorano nella speranza di sfiancare la protesta, ma non sarà così. Ogni giorno siamo più forti". Certa è intanto l'ondata di solidarietà, con manifestazioni che anche in questo sabato hanno coinvolto anche città del sud come Nassiriya e Diwaniyah.

Foto Reuters/Khalid al-Mousily
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