Filippine: così, i bambini tornano a scuola dopo l'assedio di Marawi

In collaborazione con The European Commission
Filippine: così, i bambini tornano a scuola dopo l'assedio di Marawi
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Di Monica Pinna
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A Marawi, nel sud delle Filippine, finito l'incubo della guerra contro lo Stato Islamico, migliaia di bambini cercano di tornare tra i banchi di scuola. Il reportage di Monica Pinna

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Nel maggio del 2017 il Governo filippino ha lancianto un'offensiva contro gruppi armati affiliati all'ISIS che avevano preso il controllo della città di Marawi, nella regione musulmana autonoma di Mindanao, a sud dell'Arcipelago. La battaglia è durata cinque mesi, terminando con oltre mille morti e 370 mila sfollati. A due anni dalla fine dell'assedio, gran parte di Marawi resta ancora una città fantasma.

Scuole in rovina

Ben 66mila sfollati vivono ancora in rifugi di fortuna, tende o presso famigliari. Tra i resti di moschee ed edifici trivellati da schegge e proiettili figurano anche un terzo delle scuole di Marawi. Per questo, l'80% degli alunni evacuati studia a casa, arrangiandosi come puo'.

Pao Pao è una bambina di 13 anni. Viveva a "ground zero", la parte della città dove si è concentrato i conflitto. Oggi frequenta la scuola elementare di Angoyao, alla periferia di Marawi, e fa parte di quella minima percentuale di bimbi sfollati - il 20% su circa 24mila - che ha potuto riprendere regolarmente le lezioni. "Durante l'assedio - racconta - i proiettili volavano all'interno della casa. Ci stendevamo sul pavimento mentre le pallottole volavano dappertutto. Avevo paura perché non sapevo come saremmo riusciti a fuggire da tutto ciò".

Miglior accesso all'istruzione

Quasi 550 studenti evacuati sono stati ammessi nella scuola elementare di Angoyao. Questo numero rappresenta oltre un terzo di tutti gli iscritti. L'istituto fa parte di un progetto di istruzione nelle emergenze gestito da Save the Children per sostenere i bambini colpiti dal conflitto in tutta la regione di Mindanao. Migliorare l'accesso all'istruzione è uno degli obiettivi del progetto, finanziato dall'Ufficio europeo per gli Aiuti Umanitari.

"Mettiamo a disposizione spazi temporanei di apprendimento in cinque scuole - spiega Mykiel Patcho, responsabile di Save the Children a Mindanao - per rispondere al numero maggiore di studenti che ha bisogno di ritrovarsi in classe. Cerchiamo di fare in modo che i bambini riprendano rapidamente le lezioni nonostante le tensioni e i conflitti nella zona. Allo stesso tempo, abbiamo formato gli insegnanti di dieci scuole in tutto".

Studiare tra le tende

Nella classe di Pao Pao, quasi la metà degli studenti ha una storia simile alla sua. La bambina vive nel campo provvisorio di Boganga, che ospita un totale di 3,500 evacuati all'interno di piccole casupole in muratura. La sua famiglia si è spostata molte volte prima di arrivare qui. Avere una scuola a due passi dal campo si è rivelato fondamentale, ma non tutti i bambini sono stati altrettanto fortunati.

Nel campo di Sarimanok, dalla parte opposta di Marawi, gli sfollati sono vivono in tenda. Le condizioni sono ancora piú dure, tanto da limitare le possibilità che i bambini abbiano un'istruzione. Per questo è intervenuta l'Unione europea, che è oggi il principale finanziatore per gli aiuti umanitari a Mindanao.

"Oltre 120.000 bambini sono stati colpiti da questo conflitto" spiega Arlynn Aquino, **dell'Ufficio per gli Aiuti Umanitari dell'**Unione europea. "120 mila bambini sono stati colpiti dal conflitto. O sono al di fuori dell'iter scolastico, o rischiano di abbandonarlo a causa degli scontri e delle loro conseguenze. La priorità dell'Unione europea è di riportare questi bambini a scuola e tenerli in classe, perché se non sono a scuola, potrebbero essere oggetto di molti altri problemi".

Nelle zone di conflitto, le scuole garantiscono un luogo sicuro contro il lavoro minorile, il reclutamento e i matrimoni forzati.

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