Appena dieci giorni di campagna elettorale per le elezioni anticipate del 10 novembre in Spagna: nell'ultimo sondaggio, in vantaggio il PSOE del primo ministro in carica Pedro Sánchez. Poi serviranno alleanze: con Unidas Podemos o con Ciudadanos.
Tutto è pronto in Spagna per l'inizio, alla mezzanotte, della campagna elettorale per le elezioni del 10 novembre.
Una campagna di appena dieci giorni, come previsto in caso di elezioni anticipate.
Sánchez e i suoi fidati
Il primo ministro in carica, il socialista Pedro Sánchez e i leader del Partido Popular e di Más País, Pablo Casado e Íñigo Errejón (ex numero 2 di Podemos, più moderato di Pablo Iglesias) hanno scelto Siviglia per questo inizio ufficiale della campagna elettorale. Secondo uno studio condotto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche Spagnolo, il Partito Socialista è dato oltre il 30% e dovrebbe ottenere più seggi rispetto al voto dello scorso giugno.
Podemos e la sinistra veramente unita?
La formazione di sinistra Unidas Podemos di Pablo Iglesias sarà a Madrid per la tradizionale presentazione dei manifesti.
A sinistra c'è anche Alberto Garzón, leader di Izquierda Unida.
Ciudadanos e Vox
I liberali Albert Rivera e Ines Arrimadas, leader di Ciudadanos, iniziano la campagna a Cadice, mentre Santiago Abascal, del partito di estrema destra Vox, lo fa a L'Hospitalet de Llobregat, in Catalogna.
Troppe elezioni
L'inizio della campagna elettorale si svolge in un'atmosfera rarefatta.
Alla stanchezza degli spagnoli, che vanno alle urne per le politiche per la quarta volta in quattro anni, si aggiunge la mancanza di chiare maggioranze, come evidenziano i sondaggi, fatta eccezione per l'ultimo che dà un'ampia vittoria al Partito socialista di Sánchez, che permetterebbe una maggioranza assoluta con Unidas Podemos o con Ciudadanos.
Lo spettro della crisi
Senza dimenticare che gli ultimi dati macroeconomici spagnoli hanno resuscitato lo spettro della crisi e con all'orizzonte la tensione generata dalla battaglia politica catalana per l'indipendenza.