Bolivia: perché c'è un Morales blues

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Diritti d'autore REUTERS/Ueslei Marcelino
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Di Sergio Cantone
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Bolivia: perché c'è un Morales blues. Il presidente di sinistra vince al primo turno di stretta misura

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Vittoria agrodolce per il presidente boliviano uscente, Evo Morales, al primo turno delle elezioni. Il capo di stato di etnia indigena nel paese latinoamericano dovrà assaggiare la polvere di un confronto al ballottaggio con un avversario ala testa di un'armata elettorale non compatta nelle idee, ma coerente nel proposito di scalzare un uomo al potere dai primi anni del secondo millennio.

Con il 45% e passa dei consensi, Morales si stacca di soli sette punti dal rivale Cralos Mesas, leader di una formazione alla ricerca di un centro di gravità permante in un continente e a una latitudine dove la politica è polarizzata da differenze sociali ampie come l'estuario del Rio delle Amazzoni. Tant'è, Mesa raccoglie il malcontento dei delusi.

Il rivale di Morales, Carlos Mesa - REUTERS/David Mercado

Ma delusi da cosa? Le cifre dicono che con il socialismo Pachamama di Morales il paese è cresciuto, le infrastrutture sono state costruite e i redditi relativamente ridistribuiti. Eppure c'è delusione per questa variante andina del chavismo. Qual'è dunque il peccato originale di Evo?

Secondo molti boliviani, ha cominciato a perdere seguito dopo un tentativo andato a vuoto di diventare presidente a vita nel 2016. Il cachiquismo è ormai visto come una cattiva pratica.

E poi, viene imputata al governo una cattiva gestione della crisi degli incendi amazzonici. Resta comunque di consolazione, per Evo Morales. Alla resa dei conti del 3 Novembre si confronterà con un'opposizione che difficilmente sarebbe in grado di mettere insieme un programma di governo coerente.

La questione boliviana deve comunque essere inserita in quadro sudamericano e meso-americano più complesso. C'è una faglia sismica politica che attraversa il continente dal Rio Bravo, al Nord del Messico, fino alla Terra del fuoco, all'estremo sud dell'Argentina. È una fascia geografica vasta sotto pressione per eventi politici dalla matrice incerte, ma legati a delusioni, derive finanziarie e minacce di guerre commerciali.

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