L'Afghanistan ricostruisce la sua storia

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Di Salvatore Falco
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L'Afghanistan ricostruisce la sua storia. Nel 2001, la follia religiosa distrusse i manufatti risalenti al terzo secolo e non risparmiò le due statue del Buddha nella provincia di Bamyan.

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È come assemblare un puzzle vecchio di 1500 anni. Il Museo nazionale afgano cerca di ricostruire le testimonianze della storia buddista del Paese che i Talebani hanno volevano cancellare. Era il 2001 quando la follia religiosa distrusse i manufatti risalenti al terzo secolo e non risparmiò le due statue del Buddha nella provincia di Bamyan.

"Il patrimonio del buddhismo in Afghanistan è importante per il suo valore artistico e anche per i gloriosi monumenti e siti di quel periodo che oggi ci rimangono. Mostrano una parte molto importante di quella storia", dice Mohammad Fahim Rahimi, Direttore del museo nazionale afgano.

Oggi, il Museo nazionale afghano svolge un importante ruolo educativo per le giovani generazioni. Gli istituti scolastici inseriscono nei programmi visite guidate.

"È molto importante per gli afghani venire al museo per scoprire il nostro passato, specialmente la storia dei nostri antenati", dice lo studente Abdul Wares.

I lavori di restauro proseguono e il museo, con l'aiuto dell'Università di Chicago, sta compilando un inventario nella speranza di rintracciare i manufatti mancanti e di creare un registro digitale della collezione in caso di ulteriore minaccia.

FONTI, PRESTO RIPRENDERANNO COLLOQUI USA-TALEBANI

Riprenderanno nell'arco di qualche settimana, tra meno di un mese, i colloqui tra gli Stati Uniti e i Talebani interrotti da Donald Trump all'inizio di settembre. Lo sostengono fonti bene informate citate dall'agenzia Dpa. Secondo le fonti, coperte da anonimato, i colloqui - che andavano avanti dall'estate del 2018 - riprenderanno esattamente dal punto in cui si erano fermati.

La Dpa ha ottenuto conferme in tal senso da un vice dell'ex signore della guerra Gulbuddin Hekmatyar, che nel 2016 ha raggiunto un accordo di pace con il governo di Kabul.

30 CIVILI UCCISI A MAGGIO NEGLI ATTACCHI USA, INDAGA L'ONU

Almeno 30 civili sono stati uccisi in maggio quando gli Stati Uniti hanno bombardato diverse strutture per la produzione di droga nell'Afghanistan occidentale: lo afferma un rapporto di un'agenzia delle Nazioni Unite, anche se l'esercito americano ha immediatamente contestato i risultati.

La Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) ha dichiarato di aver "verificato 39 vittime civili (30 morti, cinque feriti e quattro indeterminati), tra cui 14 bambini e una donna, a causa degli attacchi aerei del 5 maggio".

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