La tragedia che ha visto protagonista Sahar, 29enne tifosa iraniana morta dopo essersi data fuoco davanti a un Tribunale di Teheran contro il divieto per le donne di entrare negli stadi, rende nuovamente attuale un annoso problema
La tragedia che ha visto protagonista Sahar, 29enne tifosa iraniana morta dopo essersi data fuoco davanti a un Tribunale di Teheran contro il divieto per le donne di entrare negli stadi, focalizza nuovamente l'attenzione sulla discriminazione nei confronti delle donne nello sport, con specifico riferimento al Paese in oggetto.
"Tutti adorano il calcio - dice questa tifosa - a me, anche se magari posso non saperne molto, entusiasma parecchio".
Soprannominata "Blue Girl" per i colori della sua squadra del cuore, Sahar aveva assistito a una partita travestita da uomo.
Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, ha sollecitato le autorità iraniane a fare "passi concreti" per consentire alle donne di acquistare i biglietti ed assistere alle gare.
Intanto, il Governo si concede a blande aperture: in occasione della sfida della squadra maschile nazionale con la Cambogia, il prossimo 10 ottobre, gara valevole come qualificazione ai Mondiali, un portavoce assicura la "presenza delle donne".