Due anni fa l'esodo drammatico dei Rohingya

Sono passati due anni dall'esodo di massa che vide i Rohingya attraversare il confine del Myanmar verso il Bangladesh per sfuggire all'offensiva dell'esercito.
Sono oltre 700 mila a vivere ancora in campi profughi combattuti tra la speranza di tornare a casa e la paura di quello che in Myanmar puo ancora attenderli.
E questa domenica hanno manifestato sulle colline poco distanti dal campo per reiterare la richiesta di sempre: vogliamo tornare a casa.
Richiesta che cade proprio nei giorni in cui il Bangladesh ha iniziato le operazioni di rimpatrio, ma nessuno dei profughi ha accettato di partire volontariamente.
I Rohingya, minoranza musulmana in Myanmar, chiedono come condizione per rientrare la cittadinanza e la restituzione di case e terre. Cittadinanza che fu loro negata e che innescò tutta una serie di discriminazioni che li portò all'esilio.
Un'inchiesta Onu chiedeva la messa in stato d'accusa dei vertici dell'esercito del Myanmar, accusati di genocidio e crimini di guerra. Il dramma gettò ombre sinistre anche sul Nobel per la pace Aung San Suu Kyi.
Le drammatiche immagini dell'agosto del 2017 fecero il giro del mondo.