Salvini - Di Maio, il ribaltone (im)possibile

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Di Antonio Michele Storto
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Come ha fatto il M5S sotto la guida di Luigi di Maio a perdere 15 punti nei sondaggi in appena 14 mesi`? E ugualmente, come ha fatto la Lega di Salvini a guadagnarne quasi 20?

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Alla fine, le differenze tra i due si sono rivelate più forti del contratto di governo che avrebbe dovuto unirli. Resta pero da capire come un così netto ribaltone nei sondaggi abbia potuto consumarsi: in appena 14 mesi, Salvini ha guadagnato quasi 20 punti percentuali proprio mentre Di Maio ne perdeva poco meno di 15.

Partito da un invidiabile 32 per cento incassato alle elezioni del 4 marzo, il leader pentastellato si è però subito trovato a dover difendere un'alleanza che a buona parte della base aveva irrimediabilmente fatto storcere il naso.

Gli episodi in cui Di Maio ha dovuto cavarsi d'impaccio, in questo senso, non i contano: dal condono fiscale, con la celebre gaffe della manina negli studi di Porta a porta, passando per il caso della nave Diciotti, quando i senatori 5 stelle si sono trovati a negare - insieme all'autorizzazione a procedere contro Salvini, acusato di sequestro di persona - uno dei propri capisaldi in materia di giustizia; fino al fatale scontro sulla Tav e le grandi opere.

Salvini dal canto suo ha mantenuto una linea decisamente piu coerente e aggressiva: per tutto il mandato, il segretario del Carroccio ha spesso liquidato in termini non troppo amichevoli alcune delle misure chiave per i 5 stelle: dal reddito di cittadinanza, definito un disincentivo al lavoro, al leit motiv sulla necessità di un condono fiscale, ribadito anche in tempi recenti, fino alla spaccatura sulle grandi opere.

Se Di Maio e 5 stelle scontano dunque un'eccessiva timidezza sul piano identitario, è altrettanto chiaro come su quella timidezza Salvini - che nel 2013 aveva ereditato un partito sprofondato al 3 per cento - abbia prosperato. Secondo gli ultimi sondaggi Ipsos, se si votasse domani un governo senza il carroccio sarebbe semplicemente impossibile. Questo, ovviamente, a meno di fatali passi falsi in campagna elettorale: un'eventualità che - proprio guardando la parabola dei 5 stelle - non puo mai dirsi del tutto esclusa

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