Almeno 38 persone fermate dalla polizia per la manifestazione di protesta organizzata a Mosca dall'opposizione anti-Putin. Nell'occhio del ciclone, una controversa legge elettorale che complica la vita ai candidati anti-governativi per le elezioni comunali di Mosca del prossimo 8 settembre.
MOSCA (RUSSIA) - Rabbia per le strade di Mosca.
Almeno 38 persone sono state fermate durante un corteo dell'opposizione contro una "legge truffa" che sancisce esclusione di molti candidati anti-Putin dalle elezioni in programma l'8 settembre per rinnovare il Consiglio comunale della capitale russa.
Tra le persone fermate ci sono anche esponenti di spicco dell'opposizione, come Ilia Iashin, Liubov Sobol e Dmitry Gudkov.
Proteste davanti al Municipio di Mosca e alla sede della Commissione elettorale
La manifestazione, iniziata come un incontro con gli elettori, è presto divenuta un corteo di protesta.
I dimostranti hanno protestato prima davanti al Municipio di Mosca e poi davanti alla sede della Commissione elettorale, con slogan anti-governativi e anti-Putin.
Una legge contro i candidati anti-Putin
Una controversa legge, infatti, obbliga chi vuole candidarsi come indipendente o con un partito non rappresentato alla Duma, il Parlamento russo, a presentare un gran numero di firme di sostenitori.
Questa norma complica ulteriormente la partecipazione dei dissidenti alle elezioni. La Commissione ha escluso molti oppositori affermando che non avrebbero raccolto il necessario numero di firme e che alcune firme erano risultate false.
Non è la prima volta che agli attivisti anti-Cremlino viene negato l'accesso alla elezioni. Il caso più celebre riguarda Alexei Navalny, a cui è stato impedito di candidarsi alla presidenza nel 2018 a causa di una precedente condanna.