Fiat Chrysler Automobiles guarda oltre Renault. Rimane aperto il tema delle alleanze

La mancata fusione tra il gruppo Fiat Chrysler Automobiles e Renault ha lasciato scoperte le carte delle due società. Qualunque sia la strada dei gruppi industriali d’ora in avanti, è improbabile che il futuro possa prescindere da alleanze con altri costruttori. Dopo le mancate nozze, entrambi si dicono aperti a valutare ogni opportunità.
Per il governo francese, che detiene il 15% di Renault, il dialogo con Fca non è comunque da mandare in archivio.
Diversa è la situazione del gruppo italo-americano, come sottolinea il giornalista Paolo Griseri, che ha seguito le trattative fra i due gruppi, a Parigi, per il quotidiano italiano La Repubblica.
"Se c'è una certezza è che Fca non si siederà più al tavolo con Renault - dice - Renault ha dimostrato di cercare una presenza in America che non; Fca ha fatto trapelare di essere interessata a una presenza in Asia, che sostanzialmente non ha, e che è uno dei suoi problemi principali degli ultimi anni.
Ciascuno ha manifestato i suoi punti deboli. Soprattutto, andiamo verso un mondo in cui vendere fra i 4 e i 5 milioni di auto - come fanno Fca e Renault - non è più di per sè sufficiente ad avere un futuro garantito".
Alleanze future, secondo il giornalista, sono inevitabili: "Il partner naturale di Fca, a mio avviso, continua ad essere General Motors - aggiunge Griseri - Vendere o fondere Fca con un gruppo non americano, per l'amministrazione Usa, continua ad essere un problema. L'idea che possa essere un alleato cinese, poi, è del tutto lunare".
Una prospettiva già fiutata dai mercati: il titolo Fca a Wall Street resiste, dopo una giornata contrastata; perdite pesanti, a Parigi e Tokyo, per Renault, Nissan e Mitsubishi.