Le forze governative di Assad e gli alleati russi hanno intensificato i bombardamenti nella provincia, ultima roccaforte dei ribelli
Le forze governative siriane appoggiate dalla Russia hanno intensificato i bombardamenti nella provincia di Idlib, l'ultima roccaforte dei ribelli nel nordovest del paese.
Un escalation che ha spinto l'Onu a lanciare l'allarme e a parlare di rischio di una catastrofe umanitaria. "Idlib è l'ultimo esempio di un disastro umanitario del tutto prevedibile ed evitabile che si sta svolgendo sotto i nostri occhi", ha detto durante l'ultimo incontro del Consiglio di sicurezza Ursula Mueller, assistente del segretario generale dell'Onu per gli affari umanitari.
Mueller ha aggiunto che le operazioni umanitarie in molte aree dove sono in corso i combattimenti sono state sospese e che molti dei partner dell'Onu impegnati in operazioni umanitarie sono stati costretti ad andarsene.
Tutto questo si traduce nella sospensione di servizi sanitari, nutrizionali e di protezione che finora hanno sostenuto circa 600mila persone. Almeno 49 strutture sanitarie hanno sospeso del tutto o parzialmente le attività per motivi di sicurezza.
Stando all'Unione delle organizzazioni di soccorso medico in Siria, una ong che opera nel paese, nelle ultime 24 ore l'offensiva avrebbe causato più di venti morti tra i civili, compresi diversi bambini.
Sempre secondo l'ong nell'ultimo mese sono stati più di 200 i civili uccisi nei bombardamenti, a cui si aggiungono oltre 700 feriti.
Sono quasi 240 mila le persone che sono state costrette a fuggire da quando a fine aprile è cominciata l'offensiva militare, 90mila quelle che ora si trovano nei campi e nei centri di accoglienza.
Il Dipartimento di Stato americano ha condannato l'operato delle forze governative e degli alleati russi, definendo "sconsiderata" l'escalation delle ultime settimane.