I toni si ammorbidiscono ma, al momento, manca ancora una soluzione. Trump: "ricevuto una bellissima lettera da Xi Jinping"
Sulla querelle dei dazi all'export cinese,Donald Trump ha leggermente ammorbidito i toni: dopo un primo round di colloqui con il vicepremier cinese Liu Lui e una lettera del presidente Xi Jin Ping, che ha definito "bellissima", Trump potrebbe tornare sui suoi passi ma nel frattempo le dicharazioni appaiono quantomeno prudenti. "Mi capita di pensare che le tariffe per un paese siano uno strumento molto potente - ha detto al termine dell'incontro con Lui - quando si diventa come un salvadanaio da cui tutti rubano, Cina compresa. Abbiamo pagato alla Cina 500 miliardi di dollari all'anno per molti anni. La Cina ha ricostruito il suo paese anche grazie a noi".
"L'aumento delle tariffe è dannoso per entrambe le parti" ha ribattutto, più prudentemente il vicepremier cinese. "In un certo senso, l'economia cinese e l'economia statunitense costituiscono una catena industriale completa. Entrambe ne resterebbero ferite. Le due parti hanno incontrato alcuni problemi nelle consultazioni. Non dovremmo danneggiare persone innocenti. E 'deplorevole vedere danneggiati gli interessi della gente comune. Speriamo quindi di trovare un modo ottimale per risolvere questo problema".
Se i dazi dovessero entrare in vigore, come programmato, la Cina ha già annunciato contromisure. Nel frattempo, però, il valzer di dichiarazioni ha sprofondato molte delle maggiori borse mondiali. Il Dow Jones chiude a -1.65, Parigi e Milano calano di quasi due punti percentuali mentre lo spread tra Btp e Bund sale di 7 punti arrivando a quota 272.