Sri Lanka, ancora morti

È di almeno quindici morti il bilancio di uno scontro a fuoco tra la polizia dello Sri Lanka e un presunto gruppo di fondamentalisti islamici avvenuto nell'Est del paese. Nel corso dell'operazione sono state rinvenute ingenti quantità di esplosivo e di biglie d'acciaio, presumibilmente da impiegare nella confezione di ordigni artigianali.
In tutto il paese il clima resta estremamente teso, tanto da spingere diversi paesi tra cui l'Australia, a invitare i propri concittadini alla "massima cautela". Il timore, oltre a quello di nuovi attentati contro i cristiani, è quello di attacchi di rappresaglia contro la comunità islamica. Un'ipotesi questa seccamente smentita dall'arcivescovo di Colombo, per il quale "la comunità musulmana non ha niente da temere".
In questo scenario, dopo le dimissioni del capo della polizia seguite alle polemiche su presunte falle negli apparati di sicurezza, lo Sri Lanka si prepara a gestire le conseguenze indirette dell'ondata di attentati, a cominciare dall'impatto della violenza sul turismo. Il ministro delle Finanze prevede un calo del 30 per cento degli arrivi, "e questo vuol dire una perdita di circa un miliardo e mezzo di dollari".