Perché in Italia si ha paura a metter su famiglia?

Perché in Italia si ha paura a metter su famiglia?
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Di Cecilia Cacciotto
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Aumentano i tipi di famiglie, a dirlo anche l'Eurispes, tutte si confrontano con il problema del sostegno economico da parte dello Stato. La famiglia italiana si sostiene grazie a un welfare interno. Ma fino a quando?

Tante famiglie, stessi problemi

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Non più la famiglia ma tante famiglie, nuove famiglie, cui dare risposte. A dirlo a euronews la direttrice dell'Osservatorio per le famiglie dell'Eurispes, Raffaella Saso.

" Oggi non c'è più un solo tipo di famiglia, ma molte famiglie e quindi bisogna dare risposte anche alle nuove famiglie - ci sono le famiglie allungate, con i figli ancora in casa, le famiglie ricostituite che hanno una difficoltà di inserimento e di armonia maggiore rispetto alle altre, le unioni di fatto, quelle tra coppie dello stesso sesso, gli eventi recenti ci dicono che manca ancora una cultura di accettazione e riconoscimento. Il problema per tutte è di carattere economico e di sostegno da parte dello Stato, la famiglia italiana ha questa caratteristica che si sostiene con un welfare interno.

Non si chiede di privilegiare una famiglia rispetto a un'altra, non è questa la necessità, l'importante è avere una sorta di sostegno reale concreto. Gli interventi in Italia non sono strutturali ma occasionali, come il bonus bebé, il bonus mamme, gli 80 euro al di sotto di un certo reddito annuale".

Raffaella Saso, Osservatorio delle famiglie (Eurispes)

Cosa si dovrebbe fare?

"Un primo tipo di intervento potrebbe essere un sostegno alla genitorialità, il basso tasso di natalità è dovuto a tanti fattori ma essenzialmente alla mancanza di aiuti. Le donne, noi le abbiamo definite acrobate, lavorano, se vogliono avere dei figli devono rinunciare alla carriera, avuti i figlie devono poi fermarsi per qualche anno e poi può capitare di non riuscire più a rientrare nel mondo lavorativo. In altri Paesi, ad esempio, c'è un sistema di asili nido che aiuta tantissimo, ci sono sistemi economici che non si fermano al bonus al momento della nascita.

Noi sappiamo che in italia per sostenere il costo di un asilo nido ci vuole quasi uno stipendio, i costi sono altissimi, altri paesi hanno un sistema migliore. Ci sono ad esempio i nidi aziendali per chi non vuole rinunciare interamente alla carriera. Ma non è solo una questione di carriera, il lavoro per una donna è anche una necessità".

Anche le famiglie invecchiano

Se da un lato, i giovani non hanno i mezzi per mettere su famiglia, quelle che già ci sono invecchiano e anche per le famiglie che invecchiano l'Italia ha poche risposte:

"Oggi le donne devono assistere da un lato i figli, dall'altro i genitori che sono diventati anziani, altro elemento su cui si dovrebbe intervenire è il sostegno, che oggi manca, per le generazioni più anziane. Un punto debole della Sanità italiana è proprio la lunga degenza, l'assistenza verso gli anziani. Questo peso cade sulle generazioni intermedie e soprattutto sulle donne che devono occuparsi anche dei propri figli".

Prioritaria la questione del lavoro

"Un'altra questione importante è contrastare la precarizzazione del mondo del lavoro e la difficoltà d'ingresso nel mondo del lavoro. Si tende in Italia a ragionare sul breve periodo, invece ci vorrebbe uno sguardo più lungo perché è tutto concatenato; il fatto che un giovane non costituisca un nucleo familiare è dovuto al fatto che non si sente sicuro, non esce di casa per cercarne una propria, per trovare un lavoro stabile che gli faccia avere uno sguardo sul futuro più sereno. Per questo ci vorrebbe una politica più organica .

Parlare di famiglia ma in modo più corretto

In Italia in questi giorni si è tanto parlato di famiglia anche per via del Congresso mondiale delle famiglie. Quanto bene fa parlare di famiglia?

"Fa bene ma bisogna parlarne in modo più corretto e concreto. Certi temi, come il tema delle separazioni, per esempio, noi l'abbiamo già affrontato in tempi non sospetti. Siamo sempre stati favorevoli all'affido condiviso ma poi tutto questo non deve essere strumentalizzato".

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