Verona, Congresso della famiglia: Italia divisa in due

Verona, Congresso della famiglia: Italia divisa in due
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Di Cecilia Cacciotto
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A metà strada tra conservatori e progressisti, resta la realtà familiare italiana cui si consacrano ancora poche e attenzioni e pochi investimenti, contrariamente a realtà di Paesi vicini come la Francia

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Il XIII Congresso mondiale delle famiglie di Verona ha diviso l'Italia.

Alla tre giorni iniziata venerdì e dedicata alla 'tutela della famiglia tradizionale e naturale', questo sabato c'è stata la risposta arcobaleno, molto fuxia a dirla tutta, per ribadire che le famiglie, tutte, non si toccano.

Manifestare a Verona è stato sentito come un obbligo da Maddalena Saccone:

Maddalena Saccone, manifestante anti congresso

"In Italia è in corso un vero e proprio attacco contro diritti e libertà per cui le donne si sono battute nei decenni scorsi".

Sull'onda di timori quale il crollo demografico da un lato e la demonizzazione dei movimenti femministi dall'altro, l’idea di un Congresso Mondiale delle Famiglie nasce a metà degli anni Novanta dall'incontro dell'americano Alan Carlson e il demografo russo Anatoli Antonov. L'Ong incrocia le istanze di vari gruppi conservatori e meno.

Olimpia Tarzia è venuta a Verona per ribadire invece che la famiglia tradizionale deve essere tutelata e che così facendo ne trarrebbevantaggio anche la libertà delle donne.

Olimpia Tarzia, manifestante pro congresso

'Il congresso vuole ridare significato e valore a quello che appunto è la famiglia, ritrovare la concilizione tra i tempi di vita e di lavoro di una donna e la vera libertà della donna".

Il Congresso di Verona ha avuto una coda politica piuttosto polemica, ha fatto parlare per un patrocinio prima dato poi tolto dal Governo, governo che ha visto partecipare il ministro dell'Interno Matteo Salvini e invece ha visto su posizioni più polemiche Luigi Di Maio.

Oltre le polemiche resta il fatto che la spesa pubblica per le famiglie italiane è pari al 2% del Pil contro il 2,9 della Francia e 3,4 della Danimarca, per fare solo qualche esempio, differenze che si traducono in servizi e assegni familiari che rendono altrove più facile e semplicemente più naturale mettere su il nido domestico.

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