Scatena un terremoto la firma USA sulla sovranità del Golan

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Diritti d'autore REUTERS/Carlos Barria
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Di Euronews
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Il riconoscimento statunitense della sovranità di Israele sul Golan siriano sta provocando forti reazioni. Agli Stati arabi che denuciano l'atto, si aggiungono Russia e Turchia

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Sta scatenando forti reazioni in tutto il Medio Oriente la firma alla Casa Bianca di Donald Trump sul decreto che riconosce la sovranità di Israele sulle Alture del Golan, alla presenza di Benjamin Netanyahu visibilmente soddifatto.

L'area è stata sottratta alla Siria nella Guerra dei sei giorni nel 1967 e annessa nel 1981. Un atto mai riconosciuto dalla comunità internazionale.

Un'azione "storica" l'ha definita Trump, con cui "gli Stati Unti promuovono la capacità di Israele di difendersi e il diritto ad una potentissima sicurezza nazionale".

Da parte sua il Premier israeliano ha ricordato come Trump sia entrato nella nella lista dei leader non ebrei che nella storia hanno fatto proclami in nome del suo popolo sulle terre giudaiche, "come Ciro, il grande re persiano, Lord Balfour e il presidente Truman".

La Russia ha espresso timore per una nuova ondata di tensione nell'area e sostegno all'alleato siriano, che ha denunciato "un violento attacco contro l'integrità del suo territorio.

Walid al-Mouallem, ministro degli Esteri siriano, raggiunto telefonicamente ha dichiarato: " Questa decisione non avrà alcun effetto. Impatterà solo sull'isolamento americano".

Dura anche la reazione della Turchia, che parla di "regalo elettorale" di Trump a Nethanyahu, la cui conferma del mandato dopo le legislative del 9 aprile è piuttosto incerta.

"Non accettiamo questo atto unilaterale", ha affermato il ministro degli Esteri Mevlüt Çavuşoğlu, "Non accettiamo questa decisione degli Stati Uniti in violazione del diritto internazionale. La Turchia farà la necessaria resistenza".

Libano, Giordania, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Kuwait, Bahrain hanno condannato la decisione degli Stati Uniti.

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