Nicaragua, scarcerazioni e nuovi arresti

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Di Diego Malcangi
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Scarcerati cinquanta oppositori in Nicaragua, parte dell'opposizione si preparava a riprendere le trattative ma nuove proteste, violenze e arresti a Managua. A Pordenone, nel fine settimana, l'ex compagna di lotta Gioconda Belli condanna la deriva dittatoriale di Ortega

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Un passo avanti e un altro indietro in Nicaragua, dove il governo ha fatto un primo gesto nella direzione richiesta dalle opposizioni, scarcerando una cinquantina di detenuti politici. In seguito a questa decisione una parte dell'opposizione ha annunciato il ritorno al tavolo dei negoziati, che aveva abbandonato in seguito alla decisione della Chiesa di non accompagnare la trattativa. Sembrava che la discussione potesse dunque riprendere, ma a Managua sono esplose nuove proteste e la polizia avrebbe, secondo alcuni testimoni, percosso dei civili e arrestato una sessantina di manifestanti. Le immagini che vedete si riferiscono ai disordini dello scorso anno, nei quali sono morte oltre 350 persone. I cinquanta detenuti che hanno lasciato il carcere venerdì restano agli arresti domiciliari. Altri cento erano stati scarcerati in febbraio, ma per l'opposizione comunque non può bastare, viene chiesta la liberazione di tutti i detenuti politici.

Tra i fermati delle ultime ore, anche due degli oppositori che partecipavano al negoziato.

Le notizie dal Nicaragua, in questo fine settimana, rimbalzavano in Italia, a Pordenone, dove è stato presentato il film Las Sandinistas, nell'ambito del festival Dedica, quest'anno incentrato su Gioconda Belli. La scrittrice e giornalista era portavoce del movimento sandinista durante la guerriglia. Ora esprime una ferma condanna contro la deriva dittatoriale dell'ex compagno di lotta, oggi presidente del Nicaragua, Daniel Ortega:

"Come nicaraguense sono molto grata al Parlamento europeo, per la posizione molto forte contro la dittatura di Daniel Ortega, che ha tradito la rivoluzione in Nicaragua e che, come Saturno, divorando i suoi stessi figli. Sono soddisfatta del ritiro della Conferenza Episcopale dai negoziati, perché il negoziato non era organizzato nel modo migliore per il Nicaragua. Daniel Ortega cercava semplicemente di guadagnare tempo, e non stava rispondendo alle condizioni necessarie a creare un ambiente favorevole al negoziato".

A Pordenone, nella settimana di letture, conferenze, presentazioni e incontri, l'autrice de "La donna abitata" è stata anche insignita del sigillo della città. Dopo anni negli Stati Uniti, Gioconda Belli è recentemente tornata a vivere in Nicaragua.

Esce in questi giorni con Feltrinelli il suo ultimo romanzo, il nono: "le febbri della memoria".

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