Cresce il numero dei paesi che lasciano a terra i Boeing 737 Max 8

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Anche Norvegia, Etiopia, Cina, Mongolia e Corea del Sud si sono aggiunte ai paesi dell'Unione Europea che hanno messo al bando il velivolo in via precauzionale. Negli Stati Uniti possono ancora volare ma il presidente Trump ha espresso qualche perplessità

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L'incidente aereo di domenica in Etiopia, simile per modalità a quello accaduto in Indonesia a ottobre, ha riacceso in tutto il mondo il dibattito sull'affidabilità degli aeroplani di ultima generazione.

In particolare a finire nell'occhio del ciclone sono i Boeing 737 Max 8, aerei moderni che rappresentano la quarta generazione della famiglia di velivoli della casa produtrice americana.

Lungo 39 metri e mezzo, con un'apertura alare di circa 36 metri, il 737 Max 8 può avere una capienza che varia tra i 162 e i 210 posti, con un'autonomia media a pieno carico di 6.500 km. È considerato un modello più efficiente ed economico di altri aerei della stessa classe. Il costo medio per ogni esemplare si aggira intorno ai 117 milioni di euro.

Il Boeing 737 Max 8 è dotato di apparecchiature elettroniche d'avanguardia che alleggeriscono il carico di lavoro dei piloti. Il costo medio per ogni esemplare si aggira intorno ai 117 milioni di euro. Sono proprio le nuove tecnologie a essere entrate nel mirino delle critiche in attesa che le indagini chiariscano del tutto le cause dell'incidente di Addis Abeba.

Della sicurezza dei voli si è intressato anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha prima parlato con i vertici della Boeing e poi ha esposto su Twitter le sue considerazioni.

In sintesi secondo il Capo della Casa Bianca pilotare un aeroplano è diventato troppo complicato tanto che, dice Trump, ai comandi ci dovrebbe essere Albert Einstein. "La complessità" sostiene sempre il presidente americano "produce pericolo".

Intanto continua a salire il numero dei paesi che hanno deciso di lasciare a terra i 737 Max 8, agli stati dell'Unione Europea si sono aggiunti Norvegia, Etiopia, Indonesia, Australia, Cina, Mongolia e Corea del Sud.

Gli Stati Uniti non li hanno ancora messi al bando ma hanno chiesto alla Boeing di aggiornare il software dell'aereo il cui malfunzionamento, al momento, con le indagini ancora in corso, è considerato una delle possibili cause degli schianti.

La Boeing, da parte sua, ha affidato il suo commento a un comunicato stampa in cui ha ribadito che il 737 Max 8 è un velivolo sicuro.

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