Nicaragua: negoziati a rischio, l'opposizione riflette

Nicaragua: negoziati a rischio, l'opposizione riflette
Di Euronews
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Dopo il "no" della Chiesa ad assumersi il ruolo di osservatore per i negoziati, l'opposizione ci ripensa: un fine settimana di riflessione, durante il quale spera di avere segnali significativi dal governo

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Negoziati in stallo in Nicaragua dopo l'annuncio della Conferenza episcopale, che ha deciso di non accogliere l'invito ad assumersi il ruolo di "testimone e accompagnatore" nel dialogo avviato il 27 febbraio tra il governo e un cartello delle opposizioni, che ha ora annunciato un fine settimana di riflessione, per riconsiderare anche la propria partecipazione alle trattative, come ha sottolineato un portavoce in un'improvvisata conferenza stampa:

"Quando ci si trova in questo tipo di situazioni - ha aggiunto - è anche un appello alla controparte perché dia segnali di buona volontà, in modo da creare un clima pacifico".

Il Nicaragua vive una grave crisi da quasi un anno, con un picco nell'estate scorsa, quando furono represse con estrema durezza manifestazioni di protesta. Una protesta che il governo sandinista di Daniel Ortega ritiene etero-diretta, in particolare dagli Stati Uniti. Sono almeno 325 i morti da aprile secondo la Commissione Interamericana dei Diritti Umani. L'opposizione ha chiesto al governo di invitare al dialogo anche l'Organizzazione degli Stati Americani, cosa che finora è stata rifiutata.

A denunciare con forza la "deriva dittatoriale" di Daniel Ortega è anche la scrittrice Gioconda Belli, ex portavoce del movimento sandinista. La Belli si trova proprio in questi giorni a Pordenone, dove incontra il pubblico italiano nell'ambito della settimana del festival "Dedica".

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