Femminicidi in Turchia: la storia di Şule Çet

Femminicidi in Turchia: la storia di Şule Çet
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Di Paola Cavadi
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Il caso della studentessa di 23 anni stuprata e gettata da un palazzo di venti piani. I casi di omicidi di donne in Turchia sono in drammatico aumento: 440 nel solo 2018.

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In Turchia il caso della studentessa Şule Çet, violentata e poi gettata da una torre ad Ankara nel 2016, è solo uno dei tanti per i quali si battono i molti cittadini turchi che hanno manifestato per la Giornata Internazionale della donna.

Ismail Çet è il padre di Şule. "Quando è stata uccisa aveva solo 23 anni", ricorda sfogliando commosso le foto dell'album di famiglia. .

Şule studiava all'università di Ankara, aveva un lavoro part-time per pagarsi gli studi.

Quella sera di fine maggio era rimasta in ufficio fino a tardi con il suo capo e un amico di lui. Il suo corpo fu trovato piu' tardi nella notte sul selciato, all'esterno dell'edificio, dopo un volo di 20 piani. I due uomini, oggi accusati di omicidio, quella notte parlarono di "suicidio" e furono rilasciati.

Ma gli amici di Şule non si sono mai dati per vinti e hanno dato vita a una campagna diventata presto virale sui social media tenendo alta l'attenzione sul caso. A consentire l'incriminazione dei due uomini, che oggi continuano a dichiararsi innocenti in attesa che il tribunale si pronunci, i risultati dell'autopsia sul corpo della ragazza

"Un caso emblematico, della condizione in cui sono costrette a vivere le donne - spiega l'avvocato della famiglia - se si fosse trattato di un uomo, dice, la cosa sarebbe stata gestita in u altro modo. La conclusione sarebbe stata diversa. In fondo non si tratta di una caso molto complicato, si tratta di un omicidio".

I FEMMINICIDI IN TURCHIA

Secondo le associazioni di difesa dei diritti delle donne in Turchia, dal 2013 al 2017 il numero delle donne uccise da un parente o un marito è cresciuto del 75%. Secondo l'Ong "We'll stop femicide" nel 2018 si sono contati 440 casi contro i 210 del 2012.

Gli attivisti denunciano conservatorismo e usi patriarcali dominanti come le cause principali della mancanza di consapevolezza che impedisce alle donne di denunciare gli abusi, anche se le istituzioni dimostrano una maggiore attenzione soprattutto sul tema della protezione delle vittime.

"Il consenso su questi temi è ampio perchè il problema riguarda moltissime persone nella nostra società, a prescindere da religione, idee politiche e posizione sociale - dice Fee-dan Atta, attivista turca- le donne tutte stanno resistendo contro la violenza".

Altro problema, denunciato anche da lla stampa piu' favorevole al governo, la mancanza di coordinamento tra le diverse agenzie governative.

Da qui il bisogno di tenere alta l'attenzione su casi come quello di Sule. Ismail spera di avere giustizia in tribunale. La corte ha fissato la prossima udienza del processo al 15 maggio. Intanto i due uomini accusati dell'omicidio resteranno in carcere.

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