La frontiera dolente fra Venezuela e Colombia

La frontiera dolente fra Venezuela e Colombia
Di Alberto De Filippis
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Decine di migliaia in fuga dalla fame

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Sono decine di migliaia i venezuelani che ogni giorno attraversano la frontiera con la Colombia. Si parla di oltre 25.000 ogni 24 ore nei punti di transito ufficiale. Ma i due paesi condividono oltre 2000 chilometri e la frontiera è un colabrodo. Alcuni di loro migrano come Anise Rivera. È tutto molto difficile. Abbiamo bisogno di tutto. Tutta la mia famiglia è qui. Ero l'ultimo membro della famiglia ad essere rimasta. I miei figli si sono ammalati. Dovevo migrare. È doloroso lasciare il proprio paese, ma spero che il venezuela cambi".

José e i suoi amici stanno migrando verso l'Ecuador ma non hanno il denaro per comprare un biglietto di autobus. 1500 km li separano dalla loro destinazione finale.

"Ci andremo a piedi, stiamo lottando pr riuscirci ma ci dobbiamo arrivare in ogni modo".

"Siamo tristi perché abbiamo lasciato le nostre famiglie, le nostre madri, i nostri figli: Dobbiamo guardare avanti e lottare per soddisfare i nostri bisogni. Per riuscire ad avere una casa e per spedire denaro a casa in modo che possano mangiare. O almeno ci proviamo perché non è che possiamo mandare così tanta roba".

In migliaia a ridosso della frontiera si accalcano in fila per una zuppa. Molti venezuelani attraversano la frontiera ogni giorno per mangiare e poi ritornano a casa. "Un'intera giornata per mettere qualcosa sotto i denti". dice un sacerdote responsabile degli aiuti: "Guardi che cosa accade qui. Ci sono 5000 fratelli venezuelani che vengono a mangiare. Se non c'è la crisi allora perché vengono? I fatti parlano da soli".

Per l'Onu, ma le cifre sono per difetto, quasi due milioni e mezzo di venzuelani hanno lasciato il paese.

"Questo è il ponte Tienditas", dice il nostro corrispondente. "Non è stato nemmeno inaugurato. Il governo venezuelano lo ha bloccato con containers e Maduro non permette l'ingresso degli aiuti umanitari mandati dall'estero dai paesi che riconoscono Juan Guaidò, presidente ad interim del Venezuela. Maduro pensa che questi aiuti siano l'avanguardia di un intervento militare nel paese"

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