Venezuela, un paese diviso a metà

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Dai decenni del neoliberismo alla crisi petrolifera, le vicende di un paese segnato dalle profonde diseguaglianze sociali

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Sebbene i media globali abbiano scoperto la crisi venezuelana solo dopo l'autoproclamazione di Juan Guaidò a presidente a interim, sono anni che il paese latinoamericano versa in una profonda lacerazione sociale. Cause principali di ciò sono la crisi finanziaria del 2007, la caduta dei prezzi del petrolio, e una struttura economica nazionale vulnerabile, messa in ginocchio da decenni di politiche neoliberiste avallate dal FMI. Secondo dati dell'Onu al 1999, anno di arrivo al potere di Hugo Chavez, la metà della popolazione versava in stato di povertà e quasi un terzo in estrema miseria. In questo scenario la rivoluzione bolivariana ha varato programmi socio-sanitari che in un decennio hanno ridotto il numero di poveri (dal 48,6% nel 2002 al 27,8 % nel 2010), ma non hanno sconfitto la povertà, che anzi, dopo la crisi del 2015, è tornata a crescere, spinta da recessione e iperinflazione.

E insufficiente a innescare una crescita economica si è rivelato anche il settore petrolifero, da cui deriva il 97 per cento delle entrate statali. Il paese vanta la più vasta riserva mondiale di greggio, un potenziale di 1300 miliardi di barili, ma si tratta di greggio da estrarre dalle sabbie con un processo costoso. I sostenitori di Guaidò accusano Maduro di aver fatto fallire l'impresa petrolifera nazionale, per incompetenza; i fedelissimi del governo invece rivendicano per la Pdvsa un ruolo attivo in economia: era l'impresa di Stato a pagare la carta negra, una sorta di reddito di cittadinanza introdotto da Chavez. Proprio le politiche sociali del chavismo salvarono il presidente bolivariano da un tentativo di golpe, sventato dalla mobilitazione popolare che gli fece da scudo.

Ora il paese è di nuovo diviso, e la metafora dei due presidenti rende visibile la frattura. Ecco cosa dicono gli abitanti della capitale. "Al momento c'è Nicolas Maduro, e poi c'è quell'altro, non mi ricordo come si chiama...". "Abbiamo un presidente a interim, Guaidò, e un usurpatore, Maduro". Il Venezuela con due presidenti? "No, ce n'è solo uno. E chi è? Maduro". "Non ne abbiamo nessuno, la situazione non è né per uno né per l'altro". "Vogliono che accada qualcosa, vogliono solo questo, in modo da avere una ragione per avere ancora più potere..."

Del Venezuela di oggi, della crisi e delle possibili vie d'uscita, il presidente Nicolas Maduro ne ha parlato con Euronews, nel corso di un lungo incontro, che verrà trasmesso integralmente in Global Conversation.

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