Morto Carlo Maria Maggi condannato per la strage di Piazza della Loggia

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Di Simona Zecchi
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Noto per fatti di terrorismo legati all'estrema destra, coinvolto negli anni in molte vicende tragiche legate a stragi avvenute in Italia, Maggi è morto a Venezia dove risiedeva ai domiciliari perché malato da tempo.

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Il veneto Carlo Maria Maggi, aiuto primario dell'ospedale "Giustinian" di Venezia, ex ispettore dell'organizzazione neofascista Ordine nuovo, è morto nella città lagunare dove risiedeva agli arresti domiciliari, ormai ultra 80 enne malato da tempo di neuropatia congenita.

Fu espulso a fine anni '60 dall'MSI-DN (Movimento sociale italiano- Destra nazionale) per i suoi  legami con il terrorismo 'nero'. Più volte colpito da ordine d'arresto, era stato condannato a 12 anni di carcere per reato associativo nel processo per la strage di Peteano (31 maggio 1972) mentre nel 1988 aveva subito una condanna a nove anni per ricostituzione del partito fascista. Assolto con sentenza definitiva, dopo una condanna in primo grado all'ergastolo, per la strage di piazza Fontana a Milano (12 dicembre 1969) e per quella alla questura milanese (17 maggio 1973) di cui era accusato di essere il mandante. Assolto, per insufficienza di prove, in primo grado (16 novembre 2010) e in appello (14 aprile 2012) al processo per la strage di piazza della Loggia a Brescia (28 maggio 1974), ha visto la sentenza annullata dalla Cassazione nel 2014. Nel successivo processo d'appello era stato condannato, insieme a Maurizio Tramonte, l'ex fonte 'Tritone' dei servizi segreti italiani, all'ergastolo come mandante (22 luglio 2015).

Condanna poi confermata definitivamente in Cassazione il 20 giugno 2017. Maggi non ha mai subìto la detenzione in carcere.

Di recente, la Corte d'Assise di Bologna, che sta  portando avanti il nuovo processo sull'altra strage che ha scosso l'Italia il 2 agosto 1980, ha escluso la possibilità di farlo testimoniare, come richiesto dalla difesa dell'ultimo imputato Gilberto Cavallini accusato di concorso in strage (come testimone legato alla cosiddetta 'pista palestinese' e quindi favorevole alla tesi della difesa) proprio per i gravi problemi di salute che lo costringevano sulla sedia a rotelle.

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