Impreparati contri i droni

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Il sabotaggio all'aeroporto di Gatwick ha mostrato tutta l'urgenza di trovare soluzioni efficaci per contrastare l'uso criminale di droni

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È stato riaperto l'aeroporto londinese di Gatwick, per 36 ore ostaggio di droni comandati da una o più persone non ancora identificate. Il sabotaggio del secondo più importante scalo del Regno Unito, ha mostrato l'impreparazione delle autorità davanti all'uso criminale di questi dispositivi.

"Abbiamo condotto delle ricerche l'anno scorso con il Dipartimento dei Trasporti e l'Autorità dell'Aviazione militare", dice Dave Smith, portavoce dell'associazione dei piloti britannici. "È stato provato che questi droni, che pesano solo due chili, ma hanno un motore e delle batterie, se colpiscono un aeromobile a certe velocità, possono frantumare un parabrezza, danneggiare il rotore di un elicottero. Possono causare incidenti catastrofici".

Come il Regno Unito, molti Paesi hanno adottato leggi che vietano i voli di droni vicino agli aeroporti. Ma se qualcuno trasgredisce, catturare questi dispostivi è ancora molto complicato. Nel caso londinese, polizia ed esercito non hanno pouto abbatterli, anche con proiettili di gomma, per non correre il rischio di mancarli e arreccare danni a persone e cose.

Lo conferma l'esperto Darren Buxton (Drone Defence): "Stiamo parlando di qualcosa che è grande come un piatto, veloce, altamente manovrabile. Quindi molto difficile da centrare con un proiettile o altro". E aggiunge: "Stiamo lavorando sulla principale tecnologia del drone stesso, ovvero sulle frequenze radio che trasmettono video e immagini dal dispositivo alla console di comando. Ci sembra il modo più efficace".

Un paio di anni la polizia olandese è stata la prima al mondo ad addestrare aquile acchiappa-droni, per sfruttare le abilità sensoriali di questi cacciatori. L'esempio si sta seguendo in altri Paesi europei.

La chiusura dello scalo di Gatwick ha causato disagi ad almeno 120mila persone. Ma secondo l'Autorità per l'aviazione civile britannica, le compagnie non sono obbligate a risarcire i clienti perché l'accaduto è catalogabile come "circostanza straordinaria".

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