Tony Blair sulla Brexit: "Il secondo referendum è possibile"

Tony Blair sulla Brexit: "Il secondo referendum è possibile"
Di Cristiano Tassinari
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Intervista di Euronews a Tony Blair, per dieci anni Primo Ministro inglese e, ancor oggi, personaggio molto ascoltato dai leader europei. L'ex inquilino di Downing Street indica la strada per un nuovo referendum sulla Brexit e auspica un governo di unità nazionale.

LONDRA (REGNO UNITO) - L'ex Primo Ministro inglese Tony Blair, per dieci anni al numero 10 di Downing Street, spera ancora in un secondo referendum per scongiurare una "Brexit malconcia", come la definisce lui stesso.
Per Euronews, per il nostro programma "GLOBAL CONVERSATION", lo ha intervistato il collega Darren McCaffrey.

Davvero Theresa May è arrabbiata con Tony Blair?

E' stata una settimana drammatica per la politica britannica, con il Primo Ministro Theresa May che ha ritardato il voto sull'accordo sulla Brexit, lanciando una vera e propria sfida e chiedendo ai leader europei di fornire maggiori rassicurazioni sul confine irlandese. La politica inglese resta bloccata. E ci sono sempre più richieste per un secondo referendum. E uno di coloro che chiede un altro referendum non è altro che l'ex Primo Ministro britannico Tony Blair.

"L'Europa in un mondo di giganti"

- Innanzi tutto Mr. Blair...lei è un appassionato sostenitore dell'Unione europea, ma se guardiamo all'Europa di oggi...abbiamo una crisi per il bilancio italiano, abbiamo un problema crescente per la preoccupazione dei cittadini sul caso dei migranti e l'autoritarismo è in aumento nell'Europa orientale. Molti direbbero che la Gran Bretagna sta lasciando l'Unione Europea proprio mentre la nave europea sta per affondare.

Tony Blair: "Sa, da quando sono in politica ci sono state crisi periodiche in Europa e queste crisi sono sempre state usate dagli euroscettici per affermare che il progetto europeo si sta disintegrando. Non è mai successo, l'Europa continuerà. Perché le ragioni dell'Europa alla fine sono molto forti, molto potenti, in un mondo che nei prossimi anni sarà sempre più dominato dai giganti: l'America, la Cina, forse l'India. L'Europa e tutti i paesi europei devono stare insieme, devono rimanere forti per proteggere i loro valori e interessi. E' questa la grande immagine piu logica dell'Europa. Questo finirà per far naufragare tutte queste crisi periodiche, per quanto gravi siano".

"Non c'è difesa europea senza la partecipazione britannica"

- Guardi alcuni dei problemi di cui parla l'Europa...Ad esempio, Emmanuel Macron e Angela Merkel vogliono un esercito europeo. Le sosterrebbe un esercito europeo?

Tony Blair: "No, ma loro non intendono un esercito europeo nel senso che unisci tutti i soldati insieme. Ciò che intendono è la cooperazione europea per la difesa. Ho iniziato questo processo nel 2000 con il presidente della Francia, Chirac. Penso che la cooperazione europea per la difesa sia molto ragionevole. Ma questo è il motivo per cui se togli il Regno Unito dall'Europa, non ci sarà alcuna difesa europea efficace, senza la partecipazione britannica. Quindi questo è un altro motivo per cui uno dei miei consigli ai leader europei è capire che la Brexit è negativa per la Gran Bretagna, ma fa male anche per l'Europa. Indebolisce l'Europa in un momento in cui invece deve essere forte".

"Un secondo referendum? L'atmosfera è cambiata"

- Lei sta facendo campagna per questo secondo referendum sulla Brexit. E penso che sia giusto fare pressioni su altri leader europei per i suoi meriti. Con chi ha parlato e come è andato a finire il suo consiglio?

Tony Blair: "Beh, non divulgo il nome delle persone con cui parlo perché dovrebbe rimanere privato tra me e loro. Quello che i leader mi dicevano un anno fa quando ho iniziato questa discussione...mi dicevano 'Sì, ma non succederà mai, un altro referendum'. Penso che l'atmosfera sia cambiata negli ultimi due mesi. E ora la gente dice 'bene potrebbe davvero succedere?' Ho bisogno di portare i leader europei al passo successivo, cioè rendersi conto che c'è la possibilità che accada. E devono prepararsi".

"Perché una componente importante in qualsiasi referendum di questo tipo sarà il fatto che l'Europa sia pronta o meno a rispondere a quelle che non sono solo preoccupazioni britanniche in merito all'immigrazione, ma sono preoccupazioni a livello europeo. E penso che si possa trovare il giusto tipo di accordo, se si vuole, perché - non solo in Gran Bretagna, ma in tutta Europa - la libertà di circolazione delle persone in Europa deve esistere in modo uguale per tutti, non deve causare riduzioni ai salari o altri problemi ai singoli paesi".

"Preoccupazione per l'immigrazione"

- Ma non è questo il problema che la gente sente di più, in Gran Bretagna...la libera circolazione delle persone verso qualcosa al di fuori dal continente. Sono più preoccupati per la migrazione esterna in Europa. E in secondo luogo, su questa fondamentale libertà dei cittadini di muoversi in Europa servirebbe una riforma. Ma ci vorranno anni. L'Europa non fa niente velocemente. Come riuscirà a rassicurare i britannici in vista di un referendum, se ce ne sarà un altro, che l'Europa è davvero disposta a riformare su questo?

Tony Blair: "Beh, prima di tutto, penso sia vero che la principale preoccupazione è nei confronti dell'immigrazione dall'esterno dell'Europa, in particolare l'immigrazione dai paesi a maggioranza musulmana, verso la quale la gente si preoccupa che ci siano persino problemi di sicurezza. Ma anche la libertà di circolazione è un problema. È un problema anche nel resto d'Europa. Ecco perché, ad esempio, alcuni paesi in Europa dicono che se arrivano immigrati da un altro paese in Europa e non trovano un lavoro entro un paio di mesi e non hanno i mezzi per mantenersi, vengono rimandati indietro.
Ecco perché il Presidente francese ha presentato una campagna per la direttiva sui lavoratori distaccati in Europa, che impedisce di utilizzare il lavoro degli immigranti in un'altra parte dell'Europa per ridurre le retribuzioni locali. Quindi non è vero che questo non è un problema per l'intera Europa. Penso che potremmo mettere insieme un pacchetto di problemi da risolvere. E il pacchetto potrebbe essere implementato molto rapidamente perché ci sono molte cose che si potrebbero fare, anche sul principio della libertà di circolazione
".

I tempi dell'Europa

- Ma sappiamo tutti che l'Europa impiega moltissimo tempo per decidere qualsiasi cosa. Tenere 27 stati membri a bordo prima di un referendum, accordarsi con qualcuno con cui persino dialogare sulla libertà di circolazione è quasi impossibile...

Tony Blair: "Non sono d'accordo. Voglio dire, alla fine la direttiva sui lavoratori distaccati è passata abbastanza rapidamente. Quindi penso che se si vuole farlo, si puo fare. Guardi, ho una lunga esperienza con il Consiglio europeo, quindi so come funziona l'Europa. Se invece sta chiedendo un grosso cambiamento del trattato che propone referendum in tutti i diversi paesi, allora è un'altra questione".

La libertà di circolazione

- Sarebbe già abbastanza per l'elettorato britannico...Theresa May ha basato il suo accordo su questo, sulla libertà di circolazione...la settimana scorsa Jeremy Corbyn mi ha detto invece che questa libertà di circolazione delle persone, così com'è, non può più continuare a lungo.

Tony Blair: "Sì, ma ecco cosa è veramente importante: isolare i problemi britannici dalla libertà di circolazione. Perché una cosa è accaduta davvero, dal referendum del 2016: ora abbiamo un'idea chiara in Gran Bretagna di chi sono questi migranti europei. E una volta che si inizia a esaminare le diverse categorie, ci si rende conto, ad esempio, che abbiamo bisogno dei lavoratori altamente qualificati. Questo è accettato da tutti. Abbiamo bisogno dei lavoratori stagionali poco qualificati. E questo è accettato dalla maggior parte degli inglesi. Abbiamo bisogno dei lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale. Abbiamo bisogno degli studenti.
In realtà stiamo parlando di un piccolo numero di persone. E a proposito, l'ironia dal referendum di giugno 2016 è che la migrazione europea è diminuita, mentre l'immigrazione dall'estero è aumentata. Quindi è meno complicato di quanto la gente pensi. Ed è più facile da gestire di quanto la gente pensi"
.

Tony Blair durante l'intervista.

"Ci sarebbe bisogno di un governo di Unità Nazionale"

- Solo a livello nazionale in Inghilterra siamo in una situazione in cui la politica è bloccata. Pensa che ci sarà un momento in cui potrebbe esserci bisogno - che so - di un governo di Unità Nazionale, un po' come abbiamo visto durante la guerra?

Tony Blair: "È piuttosto difficile immaginare un governo di Unità Nazionale rapportarsi i questo momento con i partiti politici in questo momento. Penso però che ce ne sarebbe bisogno e onestamente non penso sia cosi complicato. E sa che parlo come qualcuno che è stato membro del Parlamento per 25 anni e Primo Ministro per 10 anni. È molto semplice. Bisogna trovare un modo per farlo in Parlamento, ed è abbastanza facile da fare per il Parlamento, se il governo non è pronto a farlo. Dove si vota in base alle opzioni.
Per la Brexit, potrebbe essere l'accordo di Theresa May. Potrebbe essere accordo di tipo norvegese. Oppure un accordo di libero scambio in stile Canada. Bisogna votare su quelle tre opzioni. Se non si è d'accordo su nessuna di queste opzioni, bisogna decidere di andare ad un referendum. Se non si fa il referendum, si puo' tornare ad una di queste tre opzioni. Non è complicato.
La cosa che penso sia davvero bizzarra e fuorviante da parte dell'Europa, è che passa tutto questo tempo a preoccuparsi del non-accordo. Non ci sarà nessun accordo, a meno che non ci sia una combinazione di eventi all'interno del governo e del Parlamento che non posso prevedere. Quindi non sto dicendo che è impossibile. Ma perché il Parlamento dovrebbe farlo? C'è una grande maggioranza in Parlamento contro il non-accordo. Preferiranno sicuramente un referendum al no-deal. Quindi penso: il non-accordo non è la vera preoccupazione. La mia preoccupazione è che ci ritroviamo con una specie di Brexit malconcia, che è proprio l'accordo che è sul tavolo in questo momento
".

La nostra trasmissione: Global Conversation.

Risorse addizionali per questo articolo • Intervista di Darren McCaffrey

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