Cosa Nostra: sequestro da un miliardo e mezzo all'ex patron di Valtur

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Di Cristiano Tassinari
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Una delle operazioni più importanti ed ingenti contro il patrimonio di Cosa Nostra: La Direzione Investigativa Antimafia ha sequestrato beni per un miliardo e mezzo di euro agli eredi di Carmelo Pitti, ex proprietario della Valtur, considerato vicino al boss Matteo Messina Denaro.

Un sequestro record

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PALERMO (ITALIA) - Un miliardo e mezzo di euro.
E' il valore dei beni sequestrati dalla direzione investigativa antimafia di Palermo, che all'alba di sabato 24 novembre ha eseguito un decreto di sequestro e confisca, emesso dal Tribunale di Trapani nei confronti degli eredi dell'imprenditore Carmelo Patti, ex proprietario della Valtur (ora in amministrazione controllata), deceduto il 25 gennaio 2016, a 81 anni.

Si tratta di una delle più importanti e cospicue operazioni di confisca al patrimonio di Cosa Nostra.

Tra i beni confiscati vi sono resort turistici, beni della vecchia Valtur, un'imbarcazione di 21 metri, appezzamenti di terreno, immobili e 25 società.

In particolare, la maxi misura riguarda le partecipazioni societarie nel settore industriale, ma anche una lista infinita di immobili in Italia, Marocco, Costa d'Avorio e Tunisia. I villaggi Punta Fanfalo a Favignana (Palermo), Capo Rizzuto sull'Isola di Capo Rizzuto (Crotone) e Kamarina Beach a Ragusa, il Castelgandolfo Golf Club.
Nel "pacchetto" c'è anche una barca da crociera, la Valtur Bahia, registrata a Londra e ormeggiata a Mazara del Vallo.

Una delle strutture sequestrate: il Resort Capo Rizzuto, in Calabria.

"Vicino al boss Matteo Messina Denaro"

"Sono emerse contiguità con personaggi vicini al boss Matteo Messina Denaro". ha dichiarato il capo della Direzione Investigativa Antimafia, Giuseppe Governale.
"Matteo Messina Denaro e' come un pescecane, gli stiamo togliendo tutta l'acqua", ha concluso Governale, "e i pesci senza acqua non possono campare".

Chi era Carmelo Patti

Carmelo Patti è nato a Castelvetrano (Trapani) in una famiglia povera. Iniziò come venditore ambulante di vestiti, insieme al padre. E le cose non andavano bene: nel 1962 furono dichiarati in bancarotta.

Eppure, passo dopo passo, il giovane Patti cominciò una ascesa sociale vertiginosa.
A 26 anni si trasferì con la moglie e le due prime figlie, Maria Concetta e Paola, al Nord (il terzo figlio Gianni nascerà dopo) lavorando come operaio alla Philco di Robbio (Pavia).

Nacque la "Cablelettra" poi trasferita nell'ex stabilimento Philco, acquistato negli anni Settanta. Patti vendeva cablaggi elettrici e componenti elettronici per auto soprattutto alla Fiat.
La "Cablelettra" divenne una multinazionale con diverse sedi in Italia e nel mondo.

La sede di Cablelettra.

L'epopea Valtur

Nel '97, ormai ricco, Patti acquistò la Valtur entrando così anche nel settore del turismo. Il gruppo dei villaggi vacanze divenne uno dei primi in Italia.

Il "Cavaliere" (diventato effettivamente "Cavaliere del Lavoro"), nel 2000, venne indagato per mafia dalla DDA palermitana, dopo la trasmissione degli atti dalla procura di Marsala che lo indagava per falso in bilancio: Patti si dimise per questo dalla Gesap, la società che gestisce l'aeroporto palermitano dov'era stato indicato dall'allora sindaco Leoluca Orlando.

Cominciò parallelamente un processo di misure di prevenzione per un sequestro di 5 miliardi di euro.
Patti veniva accusato di rapporti con i boss di Castelvetrano, i Messina Denaro: il padre Francesco e il figlio Matteo.

Una delle rare foto di Matteo Messina Denaro.

Il sequestro poi portò all'amministrazione giudiziaria e alla crisi della Valtur, al fallimento e alla vendita del marchio.

I guai giudiziari

Patti ha subito numerosi processi per evasione fiscale, fatture false e altri reati tributari da cui venne assolto. Tra i suoi accusatori vi è l'ex mafioso diventato collaboratore Angelo Siino.

Nell'entourage di Patti si diceva che Siino lo accusasse per contrasti che lui aveva avuto con Nina Bertolino, proprietaria della distilleria di Partinico e cognata proprio del pentito.
**
Una carriera imprenditoriale segnata, secondo l'accusa della DIA, dal patto con la mafia**. In particolare, con la famiglia mafiosa di Castelvetrano, guidata dall'eterno fuggitivo Matteo Messina Denaro.

La soddisfazione di Salvini

Soddisfazione, per l'operazione, l'ha espressa il Ministro degli Interni, Matteo Salvini.
Ecco il suo tweet.

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