Migranti: le vene aperte dell'America, le porte chiuse degli USA

Migranti: le vene aperte dell'America, le porte chiuse degli USA
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Di Paolo Alberto Valenti
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Sono ancora pochi ma sono giunti ai confini fra Messico e USA i primi migranti che all'inizio di ottobre avevano formato una carovana di migliaia di persone decise ad abbandoare le poverissime contrade del Centro America per tentare la sorte nel paese più ricco del mondo

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Fra le migrazioni disperate quella dall'America Centrale verso il miraggio degli Stati Uniti e attraverso il Messico s'infrange adesso davanti all'esercito statunitense schierato da Trump. Circa 6000 effettivi mandati a far barriera contro le intrusioni clandestine.

Sono almeno 8000 i migranti in movimento ma non tutti coloro che stanno affrontando un periplo di oltre 4000 km, compiuti con mezzi di fortuna, sono giunti  davanti alle porte chiuse degli States.

A mitigare in minima parte i proclami contro i migranti "criminali" del presidente statunitense  appare Kevin K. McAleenan, responsabile statunitense delle Dogane di San Diego.

McAleenan ha reso noto che gli USA riceveranno le richieste di asilo di quanti integrano la Carovana di migranti centroamericani nella città messicana di Tijuana, a condizione che "siano presentate in modo pacifico, ordinato e attraverso i canali autorizzati".

La dichiarazione è stata formulata nel corso di una riunione di lavoro con le autorità nazionali e locali messicane tenutasi sabato 17 novembre nella città di frontiera della Baja California, dove si trovano già almeno 2.000 migranti.

La maggiore fra le carovane di disperati si era mossa il 13 ottobre dall' Honduras.

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