Brexit: la paura degli imprenditori al confine irlandese

Brexit: la paura degli imprenditori al confine irlandese
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Il difficile nodo del confine tra Irlanda e Irlanda del Nord tiene inchiodate Bruxelles e Londra al tavolo delle trattative. Quali saranno le conseguenze di un confine irlandese rigido sull'economia? La parola agli imprenditori della citta di frontiera di Castleblaney, nella contea di Monaghan.

PUBBLICITÀ

Castleblayney è una cittadina di 3600 abitanti al confine tra l'Irlanda e l'Irlanda del NOrd

Qui le preoccupazioni per il futuro della Brexit si fanno palpabili specie tra gli imprenditori come Eamon Devlin: "Credo che metteranno controlli a campione - spiega - perchè non si puo' tornare di nuovo al contrabbando. Io sono cresciuto al confine, conosciamo bene entrambi i lati del confine e conosciamo molto bene la situazione. L'Inghilterra ha sbagliato a uscire dall'Unione Europea, non avrebbe dovuto. Ogni uomo d'affari del Paese è d'accordo con questa affermazione.

Justin Mone, un produttore di mobili, ci spiega quali problemi creerebbe ai suoi affari un nuovo confine rigido tra le due Irlande: "Significherebbe meno lavoro, meno occupazione, meno soldi per l'economia locale, il che avrà un impatto sulla città. Questa è un'area di confine, gli effetti negativi colpiranno entrambi i lati - aggiunge - io vengo dal lato settentrionale, non so cosa potrebbero significare questi controlli su un confine rigido, ma di certo inciderà immediatamente sul mio lavoro".

Martin Mc Vicar,amministratore delegato di una nota azienda irlandese, è altrettanto preoccupato.

"Nessuno di noi oggi ha capito molto di piu' di quanto non avesse capito il giorno del voto - spiega l'imprenditore Martin Mc Vicar - e l'incertezza non fa bene agli affari e non fa ben alle persone che vivono in queste contee di confine".

Anche per questa azienda di trasporti le cose non andranno bene. Per Kevin Mc Guire, il proprietario: "Se si stabilisse un confine rigido molti nostri lavoratori dovrebbero attraversare la frontiera quattro volte solo per andare al lavoro e tornare a casa la sera. È assolutamente ridicolo".

I valichi di frontiera tra i due paesi sono 275, circa 250 di questi sono in aperta campagna.

La gente del posto e i negozianti sono preoccupati che il ritorno dei problemi economici possa riportare anche la violenza nella regione.

Gus O Gorman, proprietario di una catena di supermercati, crede che "Qualunque cosa possa interferire con la pace e il conforto che abbiamo raggiunto dagli accordi di Belfast, 20 anni fa, ad oggi sarebbe una tragedia". Suo figlio Eugene O Gorman, co-proprietario sostiene che "Le teste che ragionano devono restare al comando, è di questo che c'è bisogno".

Per l'amministratore delegato di una grande impresa di macchinari, Finnbar Daly: "La Brexit è essenzialmente un progetto politico che ha conseguenze economiche. Non sappiamo che cosa accadrà di fronte al disfacimento di45 anni di strette relazioni tra il Regno Unito e l'Unione Europea, ma non potrà certo essere nulla di meglio di quello che abbiamo oggi. E' questo il punto".

Un rebus di difficile soluzione che tiene ancora inchiodate Bruxelles e Londra al tavolo delle trattative.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Brexit e lo scoglio del confine irlandese

Brexit: summit dei ministri a Downing Street

Brexit: si dimette un altro ministro del governo May