Rifugiati venezuelani, le differenze fra Spagna e Italia

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Di Alberto De Filippis
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In Spagna la "residenza umanitaria" è una realtà

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Da giorni il parlamento spagnolo ha votato la possibilità che i venezuelani sul territorio possano richiedere la residenza per motivi umanitari. Quindi anche persone che si erano viste rifiutare l'asilo politico per ragioni umanitarie, possono tornare a fare domanda. Una decisione importante quella del governo del premier socialista Pedro Sanchez per due motivi: perché l'ex segretario generale del Psoe ed ex premier Zapatero è da anni mediatore in Venezuela fra governo e opposizione, seppur criticatissimo. Ma anche perché Podemos, il partito antisistema che è al governo con il PSOE, è stato per anni contiguo ideologicamente e politicamente al governo di Caracas. Eppure i venezuelani in Spagna, anche se non originari, lì ci possono restare.

In Italia invece, malgrado le dichiarazioni di sostegno del leader della Lega Matteo Salvini, quello dei venezuelani è un percorso a ostacoli dopoché nel decreto sul'immigrazione è stata sancita l'abolizione della protezione umanitaria. Oggi la legge prevede che la questura conceda un permesso di soggiorno ai cittadini stranieri che presentano fra l'altro seri motivi, in particolare di carattere umanitario, oppure alle persone che fuggono da emergenze come conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità in paesi non appartenenti all’Unione europea. Con il decreto Salvini questo tipo di permesso di soggiorno non potrà più essere concesso. Sono contemplati sì, casi eccezionali, ma il problema Venezuela non è contemplato e le richieste verranno vagliate caso per caso.

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