Caso Khashoggi, patto fra Riad e Washington?

Caso Khashoggi, patto fra Riad e Washington?
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Di Simona Zecchi
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"Ringrazio il re per il suo impegno a sostenere un'inchiesta completa, trasparente e tempestiva" ha affermato Mike Pompeo dopo l'incontro con Salman.

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E' chiaro il messaggio che il segretario di stato americano Mike Pompeo ha lasciato dopo il passaggio a Riad e l'incontro con il Principe saudita: qualunque siano le conclusioni a cui giungerà l'indagine sulla scomparsa del giornalista saudita, il patto tra Riad e Washington non si tocca.

"Mi è stato detto che Riad condurrà un'inchiesta completa tempestiva e trasaprente. Si sono impegnati a punire i responsabili qualora ve ne fossero e a qualunque livello. Hanno promesso che chiunque verrà ritenuto responsabile pagherà ". Pompeo ha poi risposto a una domanda diretta di un giornalista affermando che gli inquirenti sauditi non faranno eccezioni, "anche se si trattasse di qualche membro della famiglia reale".

Messaggio sigillato dal Presidente Trump che in un tweet ha sostenuto il principe saudita, mostrando sollievo e rassicurazione sulla inchiesta rapida che Salman afferma di voler portare avanti. Un ottimismo che resta solido nonostante la pressione internazionale a cui l'Arabia Saudita è sottoposta sin dal fatto, soprattutto dopo i risultati della prima ispezione della polizia scientifica turca che avrebbe permesso di trovare "prove certe dell'omicidio".

Dura è poi la reazione del senatore repubblicano Lindsey Graham che ha minacciato invece sanzioni all'Arabia Saudita e ha tuonato forte contro il Principe:

"Quest'uomo distrugge tutto ciò che calpesta. Pensa che si possa ignorare un omicidio avvenuto in un suo consolato? Deve essere rimosso".

L'erede al trono dei Saud, che sin dall'inizio è stato al centro dei sospetti, secondo quanto riportato dal New York Times, avrebbe "approvato' " l'interrogatorio "poi finito male" del reporter, sequestrandolo nel consolato di Istanbul e infine portato in Arabia Saudita. L'agente segreto che l'avrebbe condotto, ha scritto sempre il quotidiano americano, era molto vicino al principe. A dichiararlo alcune fonti vicine a Riad.

Alla Turchia, i sauditi non hanno ancora ammesso ufficialmente alcuna responsabilità. Recep Erdogan in persona ha riferito che le indagini si stanno focalizzando sulla manipolazione dei materiali presenti all'interno del consolato. Ankara non esclude poi di interrogare i diplomatici.

Sulle minacce di sanzioni (al netto del fair play mostrato con Trump), Riad ha già tirato fuori i guanti, promettendo chiara risposta in caso si avverassero, mentre Trump stesso ha avvertito quanto queste potrebbero essere nocive per l'economia americana.

A breve è previsto un altro incontro di Pompeo, ma in Turchia, probabilmente con Erdogan, che potrebbe chiedere il conto per un appoggio alla copertura di Salman, forte anche com'è, la Turchia, del disgelo dopo il rilascio del pastore Brunson.

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