Usa: le elezioni di metà mandato, spiegate

Usa: le elezioni di metà mandato, spiegate
Di Michael-Ross Fiorentino
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Il 6 novembre gli elettori americani andranno alle urne per rinnovare i membri del Congresso. Sanità, immigrazione e l'ipotesi di impeachment per Trump sono tra gli argomenti principali della campagna elettorale

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Il 6 novembre gli elettori statunitensi saranno chiamati al voto per le elezioni di metà mandato. I democratici puntano ad invertire la tendenza dopo l'amara sconfitta di qualche giorno fa al Congresso, quando i repubblicani sono riusciti a fare eleggere Brett Kavanaugh tra i giudici della Corte Supreme grazie alla maggioranza più risicata nella storia degli Stati Uniti.

Una vittoria che ha garantito un ulteriore vantaggio ai repubblicani, che dopo essersi assicurati la presidenza - seppur con un candidato inizialmente osteggiato come Trump - e la maggioranza in entrambi le camere Congresso, ora hanno anche la maggioranza alla Corte Suprema con 5 giudici a 4.

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I senatori Mike Lee, Lindsey Graham, Lindsey Graham, Jeff Flake, Ted Cruz e Ben SasseREUTERS/Jim Bourg

Negli Stati Uniti i giudici della Corte Suprema sono nominati dal presidente, che quasi sempre nomina un giudice il cui operato è in linea con la posizione del proprio partito politico.

La principale battaglia dei democratici dopo la sconfitta della Corte Suprema è quella di convincere gli elettori a recarsi in massa alle urne.

Qual è la posta in palio?

Le elezioni di medio termine negli Stati Uniti si svolgono a metà di ogni mandato presidenziale e sono caratterizzate in genere da una scarsa affluenza alle urne. Dopo l'elezione del presidente Donald Trump nel 2016, il clima politico nel paese è decisamente polarizzato.

Solo il 36,4% degli americani andò a votare durante le elezioni del 2014: secondo gli analisti non c'era un "tema nazionale dominante" che spingesse i cittadini a recarsi alle urne. La bassa affluenza costò all'allora presidente Barack Obama la maggioranza al Congresso.

Una situazione ben diversa da quella odierna, in cui non mancano gli argomenti per smuovere l'elettorato e spingere le persone a votare. Durante il 'registration day' dello scorso settembre più di 800.000 cittadini si sono registrati per votare: nel 2014 erano stati solo 154.500.

Per i democratici le elezioni rappresentano la prima opportunità concreta di rompere l'egemonia repubblicana Washington dalle presidenziali del 2016. Inoltre devono difendere 10 seggi al Senato negli stati in cui Trump ha vinto due anni fa.

Oltre che per rinnovare i membri del Congresso, si voterà anche per eleggere i governatori di 36 stati americani e di tre territori statunitensi, oltre al sindaco del Distretto di Columbia.

Cosa dicono i sondaggi?

Il Senato degli Stati Uniti è composto da 100 membri, due per ciascuno dei 50 stati americani. Attualmente, ci sono 51 repubblicani, 47 democratici e due indipendenti che si schierano con i democratici. Se il Senato è bloccato su una questione, a decidere è il voto del vicepresidente, attualmente il repubblicano Mike Pence.

Secondo l'ultimo sondaggio di FiveThirtyEight, i repubblicani hanno una probabilità dell'81% di mantenere il controllo del Senato, mentre i Democratici hanno il 77,5% di possibilità di ottenere la maggioranza alla Camera, che attualmente è composta da 235 repubblicani, 193 democratici e sette seggi vacanti. La Camera è composta da rappresentanti di vari distretti congressuali che vengono assegnati a ciascuno dei 50 stati in base alla popolazione. Ogni distretto ha diritto a un rappresentante.

Tra i candidati di alto profilo in corsa per la rielezione c'è il senatore repubblicano del Texas Ted Cruz, che sfiderà Beto O'Rourke. O'Rourke punta a diventare il primo senatore democratico del Texas in 25 anni. Secondo Real Clear Politics, un aggregatore di sondaggi, Cruz ha in media 6,6 punti di vantaggio su O'Rourke.

REUTERS/Sergio Flores
I sostenitori di Ted Cruz durante un comizio a Gonzales, in TexasREUTERS/Sergio Flores

Per quanto riguarda i democratici la senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren e Kristen Gillibrand di New York correranno per difendere i loro seggi al senato. Stando ai sondaggi dovrebbero riportare una facile vittoria e sono entrambe indicate come possibili candidate alle presidenziali del 2020.

Più incerto l'esito del voto in stati come Nevada, Illinois, New Jersey, North Carolina e California.

Quali sono i temi principali della campagna?

L'immigrazione

Quando Trump ha annunciato per la prima volta di essere candidato alla presidenza, ha promesso che la pietra angolare della sua campagna sarebbe stata quella di fermare l'immigrazione clandestina, con particolare riferimento al Messico.

Una promessa che Trump ha concretizzato dando più potere allo United States Immigration and Customs Enforcement (ICE), l'agenzia federale responsabile del controllo della sicurezza delle frontiere e dell'immigrazione, con conseguente rafforzamento della sicurezza alle frontiere. Negli ultimi mesi si è parlato molto della separazione delle famiglie che cercano di entrare negli Stati Uniti attraverso il confine meridionale.

L'amministrazione Trump ha anche proposto modifiche alle regole per coloro che cercano di ottenere le green card, accedere al welfare e ottenere i buoni pasto. Molti democratici hanno colto l'occasione per fare campagna in difesa delle persone colpite da questi cambiamenti.

Economia

Con il tasso di disoccupazione che è sceso al 3,7% il mese scorso, il più basso degli ultimi 50 anni, i repubblicani stanno conducendo una massiccia campagna sulle tendenze positive dell'economia statunitense. Tuttavia, molti economisti temono ancora che a beneficiare dei vantaggi economici generati da riforma fiscale e deregolamentazione siano state soprattutto le aziende e non le famiglie della classe media.

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In ogni caso, secondo uno studio di Pew Research, i repubblicani hanno un vantaggio di nove punti sui democratici per quanto riguarda la gestione dell'economia.

REUTERS/Mike Blake
L'ex presidente degli Stati Uniti Barack ObamaREUTERS/Mike Blake

Sanità

L'assistenza sanitaria continua ad essere una delle questioni più controverse della politica americana. Se i repubblicani dovessero mantenere la maggioranza al Congresso, potrebbe essere la fine per l'Affordable Care Act, noto anche come "Obamacare".

Anche se i repubblicani devono ancora trovare un modo per abrogare e sostituire la legge, senza un Congresso a maggioranza democratica è probabile che la legge non arrivi al 2020. Stando ai sondaggi, tuttavia, in materia di sanità gli elettori americani si fidano maggiormente dei democratici.

Cosa succederà?

I democratici hanno bisogno di guadagnare 23 seggi per ottenere il controllo della Camera. Se ci riuscissero potrebbero avviare la procedura di impeachment nei confronti di Trump. Alcuni esponenti del partito hanno annunciato che potrebbero avviare la procedura anche nei confronti di Brett Kavanaugh se dovessero ottenere il controllo.

Trump ha scherzato su entrambe le possibilità durante la campagna elettorale in Iowa questa settimana. "I democratici stanno parlando di fare cose davvero brutte a Kavanaugh - ha detto -. Prima però tocca a me, giusto? Non è così? Anche se non abbiamo fatto niente di male, se non creare una delle più grandi economie della storia".

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Se i repubblicani dovessero riottenere la maggioranza al Congresso, i democratici dovranno aspettare le elezioni presidenziali del 2020 per scalfirne l'egemonia. Attualmente, nessun esponente democratico di peso ha annunciato l'intenzione di sfidare Trump.

L'ultimo presidente americano che non è riuscito ad essere confermato dopo il primo mandato è George H.W. Bush, battuto da Bill Clinton nel 1992.

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