Il Fondo monetario internazionale taglia le stime di crescita

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Riviste al ribasso le previsioni della crescita mondiale. Pesa anche la guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina

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Il Fondo monetario internazionale taglia le previsioni di crescita globale. Il PIL mondiale è dato al 3,7% nel 2018 e 2019, rispetto al 3,9% previsto a luglio. A pesare sono un'eurozona meno performante - con l'Italia sempre fanalino di coda - numerosi Paesi emergenti in difficoltà - come Argentina e Brasile - e soprattutto la guerra dei dazi fra Stati Uniti e Cina.

"Le guerre commerciali non sono utili a livello globale e portano conseguenze negative sulla crescita. Speriamo davvero che la ragione prevalga", ha affermato Christine Lagarde, direttrice del Fondo monetario internazionale.

Gli effetti del braccio di ferro tra Pechino e Washington si avvertiranno il prossimo anno. Per questo l'FMI ha mantenuto inalterate le stime di crescita dei due Paesi per quest'anno, ma ha tagliato dello 0,2% quelle del 2019.

"Se hai le due più grandi economie mondiali che litigano, tutti ci rimetteranno", ha dichiarato Maurice Obstfeld, capoeconomista del Fondo monetario.

L'FMI ha anche simulato gli effetti di un escalation di questa guerra. Porterebbe a un calo del PIL statunitense dello 0,9%, e di quello cinese dell'1,6% nel 2019. Quello globale nel 2020 scenderebbe dello 0,8%.

L'esercizio si basa sull'avverarsi delle promesse-minacce di Donald Trump. Ovvero estensione dei dazi a tutte le merci cinesi e imposte del 25% su auto e componenti in arrivo dall'Europa.

Nella zona euro si prevede nel 2018 il Pil in aumento del 2%, 0,2 punti percentuali in meno rispetto alle stime di luglio.

La crescita dell'Italia è stimata dell'1,2% nel 2018 e 1% nel 2019 (dopo il +1,5% del 2017).

"Confidiamo che la crescita sarà sicuramente superiore", ha dichiarato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "Le previsioni dovrebbero essere riaggiornate nel rispetto della nostra nota di aggiornamento del Def".

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