L'UE guarda all'Egitto per risolvere la questione migratoria

L'UE guarda all'Egitto per risolvere la questione migratoria
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Di Euronews
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Il vertice europeo ha dato il via libera per continuare i colloqui con il regime di Al-Sisi, che si è offerto di cooperare con l'UE per frenare gli arrivi nel continente europeo

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Dopo la Turchia e la Libia, l'Egitto è il nuovo paese preso di mira dall'Unione europea per contribuire a frenare l'immigrazione verso il vecchio continente. La scorsa settimana scorsa, i leader europei hanno dato il via libera a portare avanti il dialogo con il governo autocratico di Al-Sisi. Ma Ahmat Awad Sakine, rappresentante dell'Unione africana a Bruxelles, non si fa illusioni.

"Se in un paese creiamo, ad esempio, un centro di transizione o di detenzione pensa che ciò sarebbe di aiuto? Non lo sarà: le persone troverebbe il modo di aggirare l'ostacolo, cercare altri percorsi e andaresene. Il vero problema è lo sviluppo economico ".

L'organizzazione mondiale per le migrazioni è stata invitata a diventare il partner in questa soluzione, che dovrebbe permettere di selezionare coloro che possono venire in Europa. Il direttore dell'ufficio di Bruxelles afferma che esternalizzare le politiche migratorie senza riformare il sistema di asilo europeo è inutile.

"Misure eccessivamente restrittive promuoveranno soltanto il mercato a disposizione dei trafficanti - spiega Eugenio Ambrosi- che prosperano sulla mancanza di possibilità legali per arrivare in Europa. Quindi crediamo che prima di costringere un paese extraeuropeo a dare una mano, l'Europa dovrebbe mettere in atto un meccanismo di condivisione degli oneri solido e verificabile".

L'Egitto assumerà la presidenza rotativa dell'Unione africana nel 2019 e a febbraio incontrerà di nuovo i leader europei. Ma per l'ambasciatore Sakine ci sono altre priorità.

"Nell' Unione Africana abbiamo detto che da qui al 2020 dobbiamo seppellire le armi, che non ci devono essere più conflitti armati in Africa. Questo permetterà a quei paesi di essere stabili e di consacrare i loro sforzi allo sviluppo".

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