Spagna, l'immigrazione in cifre: si può parlare di "effetto chiamata" del governo Sánchez?

Spagna, l'immigrazione in cifre: si può parlare di "effetto chiamata" del governo Sánchez?
Diritti d'autore  REUTERS/Jon Nazca
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Di Rafael CerecedaMarta Rodriguez, Alice Tidey
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Il mese scorso, il Mediterraneo occidentale è diventato per la prima volta la rotta migratoria più attiva verso l'Europa ma la tendenza era già ben consolidata fin da PRIMA dell'insediamento di Pedro Sánchez

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La questione dell'immigrazione è tornata al centro del dibattito politico in Spagna specialmente dopo che il nuovo governo socialista di Pedro Sánchez ha deciso di accogliere l'Aquarius con a bordo 630 migranti rifiutata nei porti italiani.

Negli ultimi giorni gli spagnoli hanno assistito alle scene delle barche piene di migranti che sbarcavano i loro passeggeri nelle spiagge affollate di turisti.

DOCUMENTARIO - 10 giorni in mare: la vera storia di Aquarius

Il nuovo presidente del Partito Popolare, il conservatore Pablo Casado, ha innescato la miccia con questo tweet.

L'opposizione ha accusato il governo di Pedro Sánchez di incitare l'arrivo degli immigrati con le sue politiche di accoglienza. Lo ha fatto in particolare l'altro uomo forte dell'opposizione, Albert Rivera, leader di Ciudadanos, che ha visitato alcuni dei "punti caldi" dell'immigrazione come Ceuta.

Si può parlare di una nuova ondata migratoria in Spagna?

Sì, secondo i dati del Ministero dell'Interno, da aprile il numero di arrivi è aumentato in modo significativo: al 15 luglio i numeri dicono +120% rispetto all'anno precedente (via mare) e +86% complessivamente. Le cifre dell'Ufficio internazionale per le migrazioni sono molto simili, seppur meno conservative.

Con 3.125 arrivi via terra, per un totale di 24mila in questa prima metà dell'anno, la Spagna è già vicina a raggiungere quota 28mila, ovvero il numero di arrivi toccato in tutto il 2017.

A giugno, per la prima volta gli arrivi in Spagna hanno superato quelli in Italia, stima l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM), agenzia delle Nazioni Unite.

"Effetto attrattivo" delle politiche del governo Sánchez?

Come si evince chiaramente dal grafico qui sotto, la ripresa degli arrivi è iniziata a maggio e la tendenza al rialzo si è manifestata da febbraio, nonostante le condizioni meteorologiche. Ricordiamo che la mozione di sfiducia da parte di Pedro Sánchez, che ha rovesciato il governo di Mariano Rajoy, è stata presentata alla fine di quel mese.

L'aumento registrato nella prima metà dell'anno non può quindi essere attribuito al successo di quell'operazione politica. L'aumento è stato costante a partire dal 2013, con una ripresa significativa l'anno scorso. Lo stesso Ministero dell'Interno lo ha mostrato ieri, annunciando una visita del ministro in Mauritania.

Perché tanti migranti stanno arrivando sulle coste spagnole?

Fonti ministeriali consultate da euronews indicano la chiusura delle altre rotte di immigrazione clandenstina, principalmente quella verso l'Italia e quella verso la Grecia, è da ritenersi come una delle cause scatenanti di questo aumento degli arrivi nel Mediterraneo occidentale - anche se, sottolineano, "ci sono molti fattori che influenzano" i flussi, dal bel tempo alla fine del Ramadan. 

Come confermato dai dati dell'Agenzia europea per le frontiere esterne (FRONTEX), il numero totale di arrivi a livello europeo è diminuito drasticamente (del 56%).

Semplicemente i trafficanti di esseri umani trovano il Mediterraneo occidentale più accessibile di quello centrale ed orientale, al momento. 

"Il mese scorso, il Mediterraneo occidentale è diventato per la prima volta la rotta migratoria più attiva verso l'Europa. Il numero di immigrati è salito del 166% rispetto all'anno precedente a quasi 6.400 persone a giugno. Nella prima metà del 2018, si sono verificati 14.700 attraversamenti irregolari della frontiera sulla rotta del Mediterraneo occidentale, quasi il doppio rispetto a un anno fa", ha dichiarato l'agenzia nella sua dichiarazione mensile.

FRONTEX offre un altro dato di fatto: le nazionalità delle persone che cercano di raggiungere l'Europa attraverso la Spagna continuano ad essere marocchine, guineane e maliane.

Gli spagnoli non sembrano preoccuparsene troppo

La recente ardente retorica tra i due principali partiti politici sull'immigrazione segna un cambiamento di rotta nel discorso politico del paese. Contrariamente a molti altri paesi dell'UE in cui la crisi migratoria ha spinto i partiti di destra ancora più a destra, oppure ha dato notevole impulso ai partiti populisti, la Spagna si è finora dimostrata un'eccezione.

In un sondaggio condotto il mese scorso dalla CIS, l'agenzia ufficiale di statistica del paese, solo il 3,5% degli spagnoli ha indicato l'immigrazione come una delle tre preoccupazioni principali.

Durante il vertice dei paesi UE di giugno è stata indicata la necessità di uno sforzo condiviso per redistribuire i migranti in centri sorvegliati da altri stati membri, anche se solamente su base volontaria. 

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Gerald Knaus, presidente del think tank European Stability Initiative, ha proposto martedì di aprire il primo di questi centri proprio in Spagna.

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