Xylella: non solo Puglia, allarme rosso in mezza Europa

"La ricerca lavora a 360 gradi per combattere la Xylella e l'unica soluzione oggi è convivere con il batterio, non essendo ormai più eradicabile dalla penisola salentina". Così Pierfederico La Notte in rappresentanza dei tecnici del CNR, Istituto per la protezione sostenibile delle piante di Bari, in audizione in commissione agricoltura alla Camera. C'è però una speranza, che viene dagli stessi ulivi: che se ne trovi una specie ultra restistente al batterio. Gli studiosi del CNR e non solo vi lavorano nei laboratori pugliesi; da tempo sanno che per esempio il liccino è un pessimo ospite per il batterio venuto dall'America che da 5 anni terrorizza la Puglia e ne affligge l'economia. Un imprenditore locale, Renato Congedi, racconta il suo dramma: "Ci manca una percentuale di produzione altissima quest'anno, prevediamo circa un 80 per cento in meno, io sono passato da 50 dipendenti a zero".
Una soluzione è tanto più urgente perché il batterio della Xylella si diffonde in Europa attaccando diversi tipi di alberi. In Italia oltre che in Puglia, dalle parti di Ventimiglia, in Spagna nelle isole Baleari e nella provincia di Valencia, in Francia nell'intera Corsica e nella regione delle Alpi Marittime- Costa Azzurra. Un male europeo che ha distrutto ettari di coltivazioni: nella sola Puglia 5000 chilometri quadrati di uliveti.