Frammenti ossei ritrovati dopo l'incendio alimentano la speranza di ritrovare il prezioso fossile: risalente a 12.000 anni fa, è la più antica testimonianza della presenza umana sul continente americano
Ritrovate delle ossa nella zona che ospitava il prezioso fossile
Dietro di sé le fiamme dell'incendio di domenica hanno lasciato poco o niente. Ma dalle macerie del Museo Nazionale di Rio potrebbe spuntare il celebre "cranio di Luzia". Risalente a 12.000 anni fa, il fossile è considerato la più antica testimonianza umana sul continente americano.
Ad alimentare la speranza dei conservatori cui danno voce i vertici del Museo è stato il rinvenimento di frammenti ossei, in corrispondenza della sala che lo ospitava. La certezza non potrà tuttavia arrivare che da analisi al momento difficili da effettuare.
Tra le macerie, alle prese con uno "scavo da veri archeologi"
"È stata una perdita enorme - dice Cristiana Serejo, Vice-direttrice del Museo Nazionale di Rio de Janeiro -. Stiamo ancora valutando cosa potrà essere recuperato. Insieme agli esperti faremo un inventario delle opere danneggiate, ma prima dobbiamo ultimare gli scavi. È un vero lavoro da archeologi".
Il Museo dopo l'incendio: i dubbi sulla stabilità rallentano gli interventi
In base alle prime valutazioni delle stesso museo, alle fiamme sarebbe sopravvissuto appena il 10% dei suoi oltre 20 milioni di pezzi. Un inventario dei danni è in programma, ma a complicare le stime è anche l'incerta tenuta della struttura che mette a rischio l'accesso dei tecnici. Pari a oltre 2 milioni di euro, i fondi messi a disposizione dal governo brasiliano per la ricostruzione del museo.
Costruito oltre 200 anni fa, il Museo Nazionale di Rio de Janeiro è il più importante museo di storia nazionale dell'intero continente sudamericano. Domenica le fiamme hanno imperversato per oltre 5 ore prima che i vigili del fuoco riuscissero a domare l'incendio.