Al momento dell’esplosione, avvenuta a un’altezza di circa 580 metri dal suolo, tutte le costruzioni in legno, tipiche dell’urbanistica giapponese, vennero spazzate via
Alle 8:15 il rintocco della campana, come ogni anno, dal 6 agosto del 1945, scandisce il minuto di silenzio nell'ora esatta in cui l'ordigno atomico, "Little Boy", fu sganciato dal bombardiere americano provocando circa 100 mila morti, disperdendone 180mila e radendo al suolo la città di Hiroshima su decisione del presidente americano Henry Truman.
"Siamo stati l'unico paese ad aver subito un disastro nucleare atomico; è dunque nostra missione fare in modo pazientemente di guidare i nosti sforzi verso un mondo libero dal nucleare", sono le parole pronunciate, durante la commemorazione, dal premier nipponico Shizo Abe.
Tra le strutture che resistettero alla bomba, la Cupola (Genbaku Dome), nata nel 1915 per ospitare una Fiera commerciale, resta il simbolo immutato dei sopravvissuti che ogni anno si recano sul luogo per rendere omaggio alle vittime.
"Ogni volta che torno qui al memorial riucodo sempre il momento in cui 73 anni fa scoppio' la bomba atomica" racconta un testimone di quel giorno.
Al momento dell’esplosione, avvenuta a un’altezza di circa 580 metri dal suolo, tutte le costruzioni in legno, tipiche dell’urbanistica giapponese, vennero spazzate via. La Cupola utilizzata oggi come Memorial, è rimasta nello stessoa stato in cui fu ridotta al momento del raid.
Una seconda bomba, chiamata "Fat man" - ( l'uomo grasso ndr), venne poi lanciata su Nagasaki il 9 agosto, decretando di fatto la fine della Seconda guerra mondiale, in coincidenza con la resa incondizionata del Giappone avvenuta nei 6 giorni successivi: l'unica, dopo il ritiro della Germania, a non aver ancora capitolato sino a quel momento.