Draghi: "Economia europea stabilizzata"

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Diritti d'autore REUTERS/Kai Pfaffenbach
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Di Cristiano Tassinari
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Il Governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, in un incontro con la stampa a Francoforte, ha parlato di "indicatori stabilizzati dell'economia europea". Ma una guerra commerciale avrebbe effetti disastrosi. Per questo definisce "un buon segno" l'accordo tra Trump e Juncker.

Cauto ottimismo

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Abbottonato, ma ottimista.
Mario Draghi, Governatore della Banca Centrale Europea, è intervenuto giovedì (26 luglio) al quartier generale della BCE a Francoforte per commentare - tra l'altro - la tregua commerciale siglata tra Trump e Juncker, tra USA e Unione Europea.
"Ma è ancora presto per valutare il contenuto dell'accordo", commenta Draghi.

"Un buon segno, ma attenti al protezionismo"

"Se si può dire qualcosa di generale, è un buon segno", riprende Draghi**, "le aperture di Trump sono un buon segno, in un certo senso perché dimostra che c'è una volontà di discutere di nuovo le questioni commerciali in un quadro multi-laterale, ma sarebbe difficile per noi commentare oltre perché in realtà non conosciamo la sostanza dell'accordo**".
Poi ha aggiunto una stoccata: "Ma la minaccia del protezionismo rimane grande".

Piano confermato

La Banca Centrale Europea ha ribadito che finirà il suo programma di rilancio di 2,6 trilioni di euro, quest'anno, affermando che i rischi derivanti da un imprevedibile guerra commerciale globale non hanno giustificato alcun cambiamento del piano.

REUTERS/Kai Pfaffenbach
Sembra l'autografo del Governatore.REUTERS/Kai Pfaffenbach

"Indicatori stabilizzati"

Draghi ha fatto notare che le esportazioni europee hanno perso un po' di slancio, l'inflazione è ancora un pericolo, ma i salari sono in ripresa e gli indicatori dell'intera economia europea si è stabilizzata: ma una guerra commerciale con gli Stati Uniti (o con altri paesi, come la Cina) avrebbe effetti disastrosi.

Inflazione e tassi

"E' davvero troppo presto per cantare vittoria". Mario Draghi non poteva essere più chiaro sulla valutazione della Banca Centrale Europea - che ha confermato la fine del Qe a dicembre e tassi invariati almeno fino all'estate 2019 - sulla recente accelerazione dei prezzi: spinti sostanzialmente dall’energia, sono cresciuti a giugno del 2% annuo, toccando l’obiettivo della politica monetaria. Il raggiungimento del target "deve essere sostenuto", ha spiegato il Governatore della BCE, sottolineando che una delle misure di inflazione core - quella che esclude energia, tutti gli alimentari, il tabacco e l’alcool - è ancora allo 0,9%, dall’1,1% di maggio, anche se dovrebbe migliorare.

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