Eritrea - Etiopia, una giornata particolare

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Di Alberto De Filippis
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Forse scritta la parola fine a una guerra lunghissima

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È pace fra Etiopia ed Eritrea. Ad Asmara, la capitale eritrea, il primo ministro etiope Abiy Ahmed è arrivato all’aeroporto internazionale dove ha incontrato il dittatore eritreo Isaias Afewerki: i due si sono abbracciati, hanno sorriso e scherzato, prima di tenere un incontro sulla complicata relazione tra i due paesi, ufficialmente in guerra dal 1998. Abiy ha poi annunciato, nella serata di domenica, di avere concordato la riapertura della rotta aerea diretta tra le due capitali, del commercio bilaterale e delle rispettive ambasciate. È stata annunciata anche la ripresa delle linee telefoniche dirette tra i due stati, per la prima volta negli ultimi due decenni.

L’Eritrea ha ottenuto l’indipendenza dall’Etiopia nel 1993. Inizialmente i due paesi hanno mantenuto buone relazioni, ma nel 1998 iniziò una guerra per dispute territoriali nella quale furono uccise 80mila persone e migliaia di famiglie furono costrette a separarsi. Da allora le relazioni tra i due paesi sono rimaste ostili. Come se non bastasse l’Etiopia ha occupato alcuni territori, mentre il leader eritreo ha usato il pretesto di una minaccia alla sicurezza nazionale proveniente dall’Etiopia per giustificare una repressione interna.

Le cose hanno cominciato a cambiare con l’insediamento a capo del governo etiope di Abiy, all’inizio di aprile, che ha mandato segnali di pace sin da subito rinunciando a rivendicazioni territoriali e affermando di accettare il piano di pace che l'Onu aveva deciso nel lontano 2000.

L'Eritrea ha reagito bene ai gesti di Addis Abeba e sono iniziati gli scambi diplomatici ai massimi livelli. Se pace fosse, questo rappresenterebbe un terremoto positivo nella regione. Sia perché diminuirebbe l'ondata di profughi nei paesi vicini, ma anche per le ripercussioni nei conflitti come in Sud Sudan, Somalia e Ciad. Due governi forti, di due stati in pace fra loro, potrebbero riprendere controllo di territori perduti, quelli ad esempio sotto il controllo di al Shebaab, una sorta di Isis africanea. E converrebbe anche al mondo visto che le rotte di fronte alle coste eritree sono fra le più pericolose perché infestate da pirati dalla vicina Somalia. Asmara potrebbe concentrarsi in altre battaglie contro queste organizzazioni criminali.

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